Finmek, da luglio 60 lavoratrici in mobilità
Ormai è talmente "storica" da essere quasi finita nel dimenticatoio. La crisi Finmek, società che a livello locale non esiste nemmeno più, se non nelle carte dei tribunali e in quelle in mano al commissario straordinario incaricato di liquidarla, però c'è ancora tutta per la sessantina di lavoratrici uscita dalla fabbrica di Ronchi dei Legionari nel 2005 per finire in una cassa integrazione straordinaria a zero ore ancora aperta, che scade alla fine di giugno. Dopo le proroghe annuali, il ministero del Lavoro è passato però a quelle semestrali. L'ultima è stata accordata, d'intesa con i sindacati dei metalmeccanici, alla fine di marzo con conclusione alla fine di giugno. Potrebbe trattarsi, a quanto ne sanno le segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm, della chiusura definitiva della Cigs per i lavoratori ancora agganciati all'ex impero di Carlo Fulchir, franato a pochissimi anni dalla sua creazione (tra la fine degli anni '90 e il 2000) in un mare di illeciti contabili e finanziari, costati alla fine il carcere all'imprenditore friulano. «Pare che il commissario straordinario stia completando il proprio lavoro - afferma il segretario provinciale Fiom-Cgil, Thomas Casotto -. Finita la Cigs non resterà che l'apertura della procedura di mobilità». La cassa integrazione straordinaria era stata aperta nell'estate del 2005 per consentire la ristrutturazione e la vendita degli stabilimenti del gruppo, venendo poi rinnovata nell’ambito dei provvedimenti varati dal Governo a sostegno delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto, visto che proprio in Abruzzo si trovava il nucleo più consistente della società. L'ex Finmek in effetti è stata acquistata nel 2006 da Mw e nel 2007 145 dei 270 dipendenti dello stabilimento (che ai tempi di massima espasione avevano sfiorato i 500) sono stati riassorbiti, come da accordi sottoscritti al ministero dello Sviluppo economico. Il numero dei lavoratori rimasti legati a Finmek nel corso di questi anni si è dimezzato sia grazie a qualche ulteriore rientro nello stabilimento di Soleschiano sia con la ricollocazione in altre realtà industriali o commerciali del territorio. (la. bl.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo