Fioritura “extralarge” per il dittamo in Carso «Rischio irritazioni»
Petali rosa, striati, fusti alti e una fioritura a perdita d’occhio, che ha ricoperto negli ultimi giorni molte zone del Carso. A segnalare il fenomeno alcuni triestini, che hanno ammirato le piante passeggiando o passando in auto tra le strade dell’altipiano. Ma la pianta osservata e fotografata, che può sembrare una sorta di orchidea, nasconde in realtà qualche insidia.
«Si tratta del dittamo – spiega Nicola Bressi, naturalista triestino e appartenente alla Società italiana di scienze naturali – che non va assolutamente raccolto perché può provocare vesciche. Si può sfiorare ma non strofinare, ha uno dei pochi lattici che possono causare conseguenze fastidiose sulla pelle. La fioritura più abbondante – aggiunge – può essere collegata a due fattori, a questa primavera, particolarmente piovosa, e anche al ritorno del pascolo sul Carso, che ha riportato in tutta l’area parecchi cervi e caprioli. Il dittamo ovviamente viene evitato dagli animali, proprio perché velenoso, e quindi è riuscito a proliferare indisturbato. Non abbiamo un’evidenza di una fioritura eccezionale – precisa ancora – ma proprio il Carso orientale, da Opicina in poi, è stato interessato da tante precipitazioni, quindi le segnalazioni sono attendibili e la situazione è legata proprio, come detto, al clima e alla presenza di un numero maggiore di animali». Meglio quindi osservare la distesa di fiori ma non toccare nulla, al massimo si può scattare qualche foto o selfie per i più appassionati. «I fiori in ogni caso, di qualsiasi tipo, non vanno mai raccolti, ma lasciati crescere in natura – ribadisce il naturalista – e in questo caso poi il rischio è anche quello di riempirsi di vesciche». E per i più curiosi Bressi indica anche una descrizione accurata sul “dictamus albus” che si può reperire sul web. «La pianta – si legge – chiamata anche frassinella, per la forma delle foglie simile a quella dei frassini, ha un intenso profumo di limone e quando sboccia si riconosce facilmente per i fiori riuniti in un’infiorescenza piramidale. Hanno cinque petali rosei con venature porporine, due rivolti in alto, due di lato e uno girato in basso. Tutta la pianta è ricoperta di peli ghiandolari che contengono un olio volatile che a contatto con la pelle provoca fastidiose e durature irritazioni, oltretutto aggravate dall’esposizione alla luce solare per il fatto che le zone cutanee irritate dall’olio divengono particolarmente sensibili alla luce».
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