Fiumicello infestata dalle “piante aliene”

FIUMICELLO
É partita ieri dal parco di Fiumicello la campagna anti – piante aliene che mettono a rischio la riserva naturale della foce dell'Isonzo. Già qualche settimana fa i volontari dell’Isonzo avevano denunciato il rischio estinzione delle specie locali procurato dall'introduzione dell'uomo di piante infestanti per l'habitat naturale. Importate dall'Asia, dal Giappone e dal Nordafrica, le piante aliene si inselvatichiscono al punto da compromettere la biodiversità locale, fino a cancellare interi ecosistemi. Sono state importate per essere utilizzate nell'agricoltura, nell'industria, o semplicemente per decorare i giardini. Ma le conseguenze sono gravi, e il parco di Fiumicello è pieno di siti infestati. Secondo il botanico della riserva Pierpaolo Merluzzi, alcune specie sono talmente diffuse da non poter far più nulla per estirparle. Un controllo su determinate aree di interesse è invece ancora possibile, tagliando le specie da estirpare o utilizzando prodotti chimici. Ieri è partita la disinfestazione. Sul che fare, il botanico indica però prima di tutto il monitoraggio: «Per definire la gravità del problema, che coinvolge il 10% delle 3300 specie di flora presenti in regione, è fondamentale mappare le infestazioni. L'azione di monitoraggio permetterebbe di individuare i nuclei infestanti e di conseguenza le decisioni da prendere per arginare il fenomeno. Bisogna poi estirpare alla radice i primi nuclei di piante aliene, perché non si diffondano con il tempo. E solo come ultima ratio si può ricorrere alla lotta biologica».
L'Australia è un esempio lampante di come la lotta biologica possa essere fuorviante: l'uomo ha introdotto i conigli che si sono riprodotti eccessivamente. A quel punto ha introdotto le volpi, che però hanno preferito cibarsi di piccole specie di canguri, anziché di conigli, in un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire. E a Fiumicello? Senza considerare le specie animali (come le tartarughe e i pesci rossi che l'uomo compra nei mercati e poi rilascia nell'Isonzo procurando gravi danni al fiume), ci sono almeno 10 tipi diversi di piante aliene. L'Indaco bastardo, importato dall'America come colorante: nella riserva sono state introdotte le mucche perché ne sono ghiotte. L'Ailanto, asiatico, è stato importato nel secolo scorso quando si ammalavano i gelsi, usati per la produzione di seta. Ma ora è troppo invasivo. E poi l'Ambrosia artemisi foglia, che è allergenica, anche se qualcuno la apprezza per il miele. L'elenco annovera anche l'Olmo siberiano e il bambù asiatico, che si usava per decorare i giardini e poi è stato “liberato” lungo gli argini del fiume. E ancora, l'Acacia robinia, la Budleia, le Palme, il Ligustro giapponese e l'Acero della Virginia.(el.pl.)
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