Folla per l’addio a Ginaldi avvocato e uomo politico

Ai funerali in duomo un legale colto da malore. I nipoti: «Ci hai insegnato a superare le difficoltà con la forza d’animo». Una figlia: «Sei stato eccezionale»
Di Laura Borsani
Bonaventura Monfalcone-14.06.2014 Funerale-Ginaldi-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.06.2014 Funerale-Ginaldi-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Non appena la bara, in un tripudio di fiori, è stata estratta dall’auto funebre per essere trasferita in duomo, la moglie Anna Cernigoi e le figlie Paola, Francesca e Maria, pronte ad accogliere il loro amato congiunto, sono state “avvolte” dagli abbracci. Amici, colleghi e quanti hanno avuto modo di conoscere e apprezzare Alealdo Ginaldi, deceduto la notte tra giovedì e venerdì a 83 anni. Il duomo era gremito. La grande famiglia del noto avvocato, in primis gli adorati nipoti, ha preso posto nei banchi davanti all’altare. Monfalcone ha dato l’addio ieri ad Alealdo Ginaldi, ma a testimoniare l’affetto e il rispetto per il professionista c’erano anche persone provenienti da altre città. In rappresentanza della comunità monfalconese, c’erano il sindaco Silvia Altran e l’assessore Paola Benes. In quella folla c’era uno spaccato della rete di relazioni, professionali, politiche e umane, intessute dall’avvocato nei suoi intensi anni di vita. C’era Silvano Pagura, ex presidente della Provincia, e Nino Fragiacomo, ex assessore comunale a Monfalcone. C’erano i rappresentanti della vecchia Dc, Bruno Longo, Cesare Calzolari, Luciano Rebulla, Dino Marocco, per far citarne alcuni. C’era Franco Brussa; il consigliere di Fi, Giuseppe Nicoli. Tanti anche i colleghi: gli avvocati Paolo Comolli, Giovanni Aloisio, Danilo Mazzarini, Vezio Boni, Marco Zanolla, Franco Crevatin, Giuseppe Spataro, Riccardo Seibold. C’erano gli ex tirocinanti, primo fra tutti il professor Luigi Menghini, che era stato anche il suo primo accompagnatore militare. Era presente il notaio Pietro Zotti. Imprenditori come Dino Candusso e Comar.

Il sacerdote, don Gismano, ha esordito: «Quello di oggi non è solo un commiato per una persona conosciuta, è soprattutto la liturgia pasquale. Siamo qui per celebrare il nostro fratello che è stato padre, amico, professionista, ma soprattutto è passato dalla morte alla vita, dall’esperienza del limite a una situazione di vita piena con Gesù. In Alealdo ora si realizzano in toto i desideri di vita, bontà, felicità e giustizia per i quali ha vissuto in questa terra». Mentre don Gismano procedeva con l’omelia, l’avvocato Giovanni Loisi, legato allo studio Ginaldi da una collaborazione quarantennale, è stato colto da malore. Sono così intervenuti i sanitari del 118. Toccanti le parole del dottor Massimo Tombacco, marito di Francesca, che a nome dei nipoti ha letto: «Caro nonno, vogliamo dirti grazie: ci hai insegnato che le situazioni insuperabili si rivelano superabili con la forza d’animo. Ci hai insegnato a studiare con serietà e continuità. Ci hai insegnato la semplicità e a ricavare il meglio di ciò che ci è stato dato». Quindi è stata la volta di Francesca: «Tante volte, papà, ci siamo sentiti dire che eri eccezionale. Hai vissuto in normalità e molti hanno apprezzato il tuo amore per l’umanità, il tuo rispetto per il prossimo e per il più debole e il diverso. Sei stato eccezionale non per una lotta impossibile, ma per l’umile intuizione che non esiste una condizione di anormalità e una condizione ottimale in cui ci si trova a vivere: sta invece alle persone impiegare le proprie risorse per vivere al meglio». Ha ricordato le parole di Kant fatte proprie dal padre: il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me. «Oggi senza di te - ha concluso Francesca - faremo del nostro meglio per godere del tuo cielo stellato». Sono poi risuonate le note di “Sarabanda”, dalla seconda Suite per violoncello di Bach, eseguita da David Briatore, prima viola del Teatro Verdi di Trieste.

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