«Fondi Pisus, parametri da rivedere»

Uno strumento potenzialmente prezioso, che però andrebbe rimodulato e rivisto in alcune sue parti per essere ancor più efficace, a partire dalle strategie di fondo e dai criteri d'accesso. E' questo il bando Pisus per diverse delle piccole e medie imprese, in particolare del settore commerciale, che hanno presentato il loro progetto di rilancio e riqualificazione dell'attività ma non hanno visto premiata la loro domanda. Sono state in totale 49 le candidature raccolte dal bando, ma di queste già nella prima fase di valutazione ne vennero scartate otto, per non aver presentato tutta la documentazione richiesta o perché progetti non corrispondevano a quelli finanziabili con il Pisus.
Quarantuno alla fine dunque i progetti superstiti e inseriti in una graduatoria di merito, ma suddivisi in due liste distinte: una per contributi fino ad un massimo di 50mila euro (9 domande) e una seconda per contributi superiori a quella cifra (40 domande). Tra la prima e la seconda tranche di finanziamenti è stato possibile dare risposta alle richieste di quasi tutte le imprese che necessitavano di un contributo inferiore ai 50mila euro, visto che ne sono rimasti esclusi solo due, mentre per i progetti più corposi sono state finanziate in totale 17 domande su 32. Comprensibilmente tra coloro che non hanno visto sostenuto il loro progetto, magari anche per una questione di pochi punti in graduatoria, si respira un po' di delusione, come spiegano ad esempio alla gioielleria "Banco Oro" di via Morelli (una delle 15 realtà rimaste escluse dai contributi nella graduatoria per i progetti al di sopra dei 50mila euro), limitandosi a dire «ci dispiace davvero, ma andiamo avanti lo stesso con il nostro lavoro, come sempre».
C'è però anche chi propone una riflessione più ampia sulle modalità di accesso ai contributi del Pisus. Come Benedetto Kosic, già guida dell'associazione commercianti cittadina, e storico titolare del negozio di articoli sportivi "K2Sport" di via Rastello. Il suo progetto si è piazzato al 19° posto della lista sopra i 50mila euro, appena due gradini sotto l'ultima domanda accolta. «Puntavamo a rinnovare completamente il locale, che dal 1991, quando era decisamente innovativo, non abbiamo più toccato - dice Kosic -. Avevamo pensato anche ad una nuova illuminazione su via Rastello, all'eliminazione delle barriere architettoniche e all'accesso internet gratuito all'interno del negozio. Tutte cose che purtroppo non avremo la possibilità di fare, senza il contributo, e confidiamo che in futuro possano arrivare nuovi fondi a completare le liste del Pisus. A mio parere, però, sarebbe importante rivedere i criteri d'accesso, dando peso anche alla varietà dei progetti e alle reali necessità delle zone del centro. Altrimenti, come mi pare stia accadendo, il rischio è di avere molti doppioni, con un proliferare nella stessa zona di proposte ad esempio votate solo all'enogastronomia». Una riflessione che trova d'accordo anche Massimiliano Franco, del negozio Elite (progetto 29° in graduatoria), che resta comunque propositivo. «Lo strumento è interessante, un aiuto che può essere efficace - dice -, anche se qualcosa sui criteri andrebbe rivisto senz'altro. Spero ancora che pure le imprese finora rimaste escluse possano usufruire dei fondi, anche perché ci sono realtà come la nostra che in questi anni hanno fatto molto per il centro cittadino, a livello di promozione e mantenimento di uno standard elevato della proposta commerciale. Resto convinto che sia importante fare sinergia, tra pubblico e privato, per rilanciare la città".
Marco Bisiach
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