Fontanot ha lasciato il Pd «Serve qualcosa di nuovo»

RONCHI DEI LEGIONARI. Il 31 dicembre la sua esperienza nel Pd è finita. Per anni, da sindaco, è stato uno dei portabandiera dei Dem a Ronchi dei Legionari. Ma, dopo alcuni mesi a dir poco burrascosi, quelli che hanno preceduto le elezioni dell'ottobre scorso, il matrimonio è andato al collasso. «Ciò di cui, oggi dobbiamo prendere atto – sottolinea Roberto Fontanot – è che oggi, in città, di fatto la politica vera non esiste più. La fine dei partiti è un male per tutti, da spazio al populismo più becero. E questa situazione è legata anche alle prospettive dell'amministrazione comunale. Vecchiet è un buon sindaco e la sua un'ottima giunta. Ma non credo – aggiunge – che l'esperienza delle liste civiche possa avere un grande futuro. Ha raggiunto l'apice, ma nel futuro bisogna pensare a qualcosa di nuovo e di diverso». L'ex primo cittadino, a tre mesi dalle ultime elezioni, desidera fare una riflessione proprio sul domani del governo cittadino. «L'elezione di Vecchiet – sono ancora le sue parole – ha provocato un terremoto politico che, nella nostra città, ha un precente solo con il successo di Enzo Novelli nel 1993. Tre mesi sono pochi per fare un bilancio, ma il fatto di aver inserito molti giovani nella politica ronchese non potrà che dare dei benefici, se accompagnati dalla passione e dalla volontà di tutti». Quanto alla sua esperienza con il Pd, ormai al capolinea, egli sottolinea solo che «nessuno mi ha chiamato, nessuno mi ha più chiesto niente ed io ho pensato fosse meglio per tutti sostenere la candidatura di chi, poi, è diventato sindaco». Non disegna ancora il suo futuro, ma molti dicono che sia pronto per candidarsi alle regionali. Certo è che Ronchi dei Legionari ce l'ha ancora nel cuore. «Deve diventare – aggiunge – un punto di riferimento in tutto il mandamento, specie tra i Comuni più piccoli, per saper affrontare assieme i problemi emergenti che sono quelli del lavoro, della casa e delle pensioni. L'amministrazione cittadina deve fare fiducia e voce a quelle iniziative economiche ed imprenditoriali che possano dare prospettive ai nostri giovani. Oggi come oggi subiamo gli effetti devastanti della riforma Fornero – commenta – e per i trentenni se non ci sono imprenditori che scommettono sulla baricentricità del nostro territorio non ci sono davvero prospettive. I dati sulla disoccupazione giovanile sono dinnanzi agli occhi di tutti».
Altro punto di forza è il tessuto dell'associazionismo culturale e sportivo che non potrà non far fare un salto di qualità ad una cittadina che ha tutte le carte in regola per emergere e per far parlare di se in termini positivi e con grandi ricadute, anche economiche, per gli attori attivi.
(lu.pe.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo








