Fra sconosciuti e famiglie indigenti il Comune paga 120 funerali l’anno

Ma cosa succede quando viene trovato un morto senza identità o se nessuno reclama il corpo di una persona deceduta? Il Commissario straordinario del governo per le persone scomparse Vittorio Piscitelli ha emanato una circolare per favorire, su tutto il territorio nazionale, un’applicazione più omogenea del regolamento della Banca dati del Dna. Un modo per rendere più efficace l’incrocio tra i dati relativi alle persone scomparse e quelli dei cadaveri non identificati.
È seguendo queste linee guida che, ogni volta che viene trovato il corpo di una persona non identificata, il medico legale incaricato deve annotare su una specifica scheda tutti i dati riguardanti quel cadavere: i connotati salienti, le condizioni, le probabili cause del decesso, il prelievo del campione biologico, foto e altri elementi che possono essere ritenuti utili alla sua identificazione. Quei corpi restano nelle celle frigorifere a disposizione delle autorità giudiziarie, in attesa, a volte per anni, del nulla osta a procedere alla sepoltura. A farsi carico delle esequie di queste persone, come pure nel caso di indigenza del defunto o della sua famiglia, e se si riscontra il disinteresse dei familiari a farsi carico della spesa, è il Comune che a Trieste ogni anno paga circa 100-120 funerali. «In qualità di gestore dei servizi cimiteriali del Comune di Trieste e quindi dell’obitorio comunale – spiega AcegasApsAmga –, la nostra azienda ha l’obbligo istituzionale di accogliere nella struttura i deceduti che vengono rinvenuti sul territorio comunale e che sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. Questo anche per gli altri Comuni della provincia che, non provvisti di una propria struttura obitoriale, hanno stipulato una convenzione intercomunale con l’obitorio di Trieste».
Nel caso il deceduto risulti identificato ma nessuno l’ha reclamato, AcegasApsAmga ne fornisce il nominativo al Comune. «Nello specifico – indica l’azienda – si provvede a fornire circa una volta al mese un elenco dei defunti presenti in obitorio, perché il Comune effettui le opportune verifiche anagrafiche. Qualora non vengano rinvenuti parenti, il Comune dà incarico a una ditta di onoranze funebri perché proceda al seppellimento del defunto». La procedura per attivare questo servizio parte in due casi. Nel primo una persona muore, finisce all’obitorio e dopo 15 giorni nessun parente si fa avanti per gestire la tumulazione. Nel secondo, i parenti del morto si presentano all’impresa funebre dichiarando di trovarsi in una “condizione di bisogno”. L’incapacità economica a sostenere le spese funerarie va ovviamente documentata. Anche nel caso in cui invece non fosse stato possibile identificare la salma, sempre e comunque a seguito del nulla osta della Procura, si procede a spese del Comune. —
L.T.
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