Francesco Giuseppe e quel genetliaco celebrato dall’Eco

punti di vistaTra i molti giornali goriziani di una volta, il più illustre fu senz’altro “L’Eco del Litorale”, nato nel 1873 in continuità con il precedente foglio “Il Goriziano”, con il medesimo...

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Tra i molti giornali goriziani di una volta, il più illustre fu senz’altro “L’Eco del Litorale”, nato nel 1873 in continuità con il precedente foglio “Il Goriziano”, con il medesimo sottotitolo di “periodico religioso, politico, letterario”, concludendo l’attività dopo 46 anni nel 1915, con la Gorizia assediata dall’esercito italiano.

Il conflitto iniziato il 28 luglio del 1914 e le ostilità dei primi d’agosto, non turbarono più di tanto i sudditi dell’Imperatore, che come ogni anno del suo lungo regno iniziato nel 1848, ne festeggiavano il genetliaco il 18 di ogni agosto.

Quel giorno dell’agosto del 1914, l’Eco usci in versione patinata, con i colori giallo e nero della bandiera e la dedica: «A sua Maestà, Francesco Giuseppe Primo, nel LXXXIV anniversario di sua nascita, omaggi profondi, voti ardentissimi di nuovi allori e trionfi sopra tutti i suoi nemici, con fervide preci che, Iddio Ottimo Massimo, lo benedica, lo prosperi, lo conservi ancor lungamente all’amore e venerazione dei suoi popoli. Evviva il nostro gloriosissimo Imperatore e Re! »

A seguire poi, l’articolo di cronaca “Per l’Imperatore, per la Patria”, coi festeggiamenti dei goriziani: «La grandiosa imponente manifestazione di ieri sera rimarrà incancellabile nella memoria di tutti i cittadini.

Tutti, dal più umile al più ricco, tutti, diciamo, vollero contribuire a rendere più grandiosa, più solenne l’espressione di inconcussa fede ed attaccamento alla gloriosa nostra Casa regnante ed al nostro Vegliardo Monarca. E ieri più che mai, perché cessate le piccole bizze, tolti gli antagonismi, in quest’ora storica e solenne per la nostra grande e gloriosa Patria comune, tutte le stirpi della Monarchia, memori del detto che la guerra affratella i popoli, si sono unite sotto l’ombra del sacro Vessillo d’Asburgo.

Non una casa, non una famiglia che non avesse illuminato in qualche modo le finestre ed i balconi. Si raccontano in proposito degli episodi commoventissimi: di povere famiglie che in mancanza d’altro esposero sulle finestre dei lumicini ad olio, tolti a qualche sacra immagine; d’altre povere donne che sborsarono gli ultimi centesimi pur di comprare qualche metro di stoffa giallo-nera…

L’animazione andò poi man mano crescendo, e verso le 9 di sera in certe vie era quasi impossibile muoversi, che tale era la folla riversatasi sulla strada per godere dell’imponente spettacolo che presentava la luminaria.

Un gran numero di cittadini formatosi in Piazza Grande in imponente corteo, percorse le vie della città, acclamando calorosamente all’Augusto Sovrano e cantando le note elettrizzanti dell’inno imperiale»… —



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