Furti di bici, solo il 40% viene denunciato

Invito della Polizia al dibattito promosso da Bisiachinbici: rivolgetevi alle forze dell’ordine
Altran Monfalcone-03.08.2011 Biciclette-Piazza della Repubblica-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-03.08.2011 Biciclette-Piazza della Repubblica-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

STARANZZANO. Contro i furti di bici, 320mila ogni anno in Italia su 4 milioni di due ruote, per un danno pari a 150 milioni di euro, la prima misura da mettere in campo è la denuncia. Sempre e comunque. Lo hanno sottolineato il dirigente del Commissariato di Monfalcone, vicequestore aggiunto Andrea Locati, e il responsabile della squadra investigativa, Giorgio Bottò, all’incontro promosso da BisiachINbici venerdì sera a Staranzano, a fronte dell’escalation di furti di biciclette di valore nei garage e nelle abitazioni del Monfalconese. Solo il 40% dei furti viene denunciato, mentre poi viene ritrovato il 50% delle bici rubate. In assenza di denuncia, però, la restituzione diventa quasi impossibile.

Da qui l’appello a denunciare sempre i furti, vincendo la naturale ritrosia e la mancanza di fiducia nei confronti del corso della giustizia. «Le denunce non restano solo un pezzo di carta, ma vengono analizzate, confrontate con altri furti e, in caso di individuazione del responsabile, ci consentono di assicurarlo alla giustizia con maggiore facilità», hanno spiegato Locati e Bottò. Responsabili dell’associazione e forze dell’ordine hanno ribadito come la denuncia sia uno degli strumenti utili non solo a cercare di individuare i responsabili dei furti, ma anche a fornire maggiori elementi per avviare servizi di controllo. Fondamentale, inoltre, è la prevenzione. «È importante fotografare la bicicletta e segnare il numero di telaio - ha suggerito Luca Bortolotto, di BisiachINbici -. Serve poi usare un antifurto certificato, di buon materiale, bloccando sempre la bici a un supporto fisso. Dobbiamo bloccare la bici anche in cortile, in garage, in cantina e in casa». Il consiglio, però, ha sollevato la reazione dei presenti, molti dei quali già derubati negli ultimi mesi delle loro due ruote, spesso prelevate da giardini, taverne, casette di ricovero attrezzi. «Siamo ostaggi dei ladri, non siamo padroni neanche a casa nostra», hanno detto, arrabbiati e amareggiati. La sensazione diffusa è che i furti siano “guidati”, cioé che esista una talpa locale che indichi ai malviventi le case dove trovare le bici più costose, quindi più redditizie sul mercato nero. Idea non condivisa dai rappresentanti della Polizia. «I furti vengono compiuti dopo attenti sopralluoghi - hanno detto -, ma è probabile che i ladri agiscano osservando anche gli stessi ciclisti. Quindi è il caso di segnalare persone o mezzi sospetti o piccole anomalie su basculanti e serramenti, segno che magari c’è stato un tentativo di effrazione». Attenzione poi all’acquisto: dev’essere fatto in negozi o da siti sicuri per evitare di favorire lo sviluppo del commercio illegale. Si è parlato poi di antifurti sonori e localizzatori Gps, ma anche dell’utilizzo di microtelecamere non solo per riprendere l’escursione, ma anche alle proprie spalle nel tratto più vicino a casa. Se è positivo che il Comune di Monfalcone stia predisponendo la possibilità di punzonatura della propria bici, è negativo il fatto che in Italia non si possa sottoscrivere un’assicurazione specifica per la due ruote.(la.bl.)

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