Furto di rame al Lisert bloccato il ladro in fuga
In tempi di crisi anche il rame può rappresentare una fonte di guadagno. E pur di procurarselo c’è chi non va certo per il sottile. Non si risparmiano i cimiteri (ristimenti interni delle tombe) , le ville (grondaie) e tantomeno gli stabilimenti industriali, dove il rame è impiegato in grandi quantità, bersagliati di continuo dai ladri che non hanno risparmiato nè lo stabilimento Fincantieri nè altri capannoni del Lisert. L’ultimo è stato sventato l’altra sera dai carabinieri della Compagnia di Monfalcone che hanno fermato un cittadino rumeno, I.M.K. le sue iniziali, 23 anni, già noto per furti e ricettazione di rame e occupazione abusiva di edifici, che cercava di allontanarsi in bicicletta con matasse di rame di 50 chili, rubate poco prima nella zona del Lisert, contenute in due borsoni. Visto che l’uomo non è stato colto in flagranza di reato, a suo carico è scattata al momento solo una denuncia a piede libero per ricettazione. I carabinieri hanno comunque recuperato il rame e l’hanno restituito all’azienda che ne aveva denunciato il furto. Le indagini dovranno ora appurare come siano andate le cose. Di recente la “banda del rame” aveva colpito a Palmanova dimostrando di non aver nessuna remora a saccheggiare perfino un cimitero. I ladri avevano divelto varie tombe di famiglia. Anche in quel caso i carabinieri erano riusciti a sventare il furto, ma i danni a carico dei familiari degli estinti erano stati ingenti. Ben venti lastre in rame, i rivestimenti interni dei loculi, erano già ammassate e in attesa di venire caricate su un mezzo. L’anno scorso era stato saccheggiato del rame anche l’albergo Adria di Grado, una vera e propria razzia di materiale nella centralissima struttura ricettiva gradese chiusa e abbandonata da due anni. Il rame è un metallo comunque di un certo pregio. La sua quotazione si aggira sui 6 euro al chilo.(f.m.)
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