Gallerie cittadine: bene Gran Pavese e Borgo Rosta, deserta la Attoni

Tra via 9 Giugno e via Roma apre anche un centro computer e in via Duca d’Aosta la caffetteria Goppion fa da traino



Vivono una vita tutta loro, le gallerie, a Monfalcone. Il progettista se le immagina in un modo, concependo una carrellata di vetrine che ospiteranno soprabiti, gioielli, magari articoli da pelletteria o libri, dépendance di caffé e invece, per gli arcani disegni dell’economia locale, finiscono con l’inglobare servizi. Utili, sia chiaro. E pure ben visti dai condomini dei piani sovrastanti: vuoi mettere il silenzio dell’attività di un polveroso Caaf con il chiacchiericcio estivo degli avventori d’un locale? Ma meno luminosi, colorati, decorativi rispetto al ventaglio di negozi che costella il centro. Prendiamo Borgo Rosta, per anni rimasto un satellite a sé, con i fori sfitti pure dopo lo sfondamento su via Roma e la realizzazione di un nuovo complesso edilizio.

Nell’immaginario collettivo, la passeggiata lì non desta particolare interesse perché non ci sono molti negozi. E invece, a ben vedere, ormai solo un paio di locali sono rimasti effettivamente ancora vuoti. Infatti da un anno è attiva una lavanderia self-service là dove sorgeva il Moonlight, un locale nei primi anni Duemila frequentato da giovani, al centro di due oscuri episodi di cui non sono mai venuti alla luce i responsabili: nel 2005 un colpo di pistola sparato di notte contro una vetrina e nel 2009 un incendio doloso scoppiato quando il locale era già chiuso da tempo. Di fianco, sempre recentemente, si è insediata l’attività di riparazione di computer e altri dispositivi, che ha traslocato da via Garibaldi per allargare gli spazi. L’estetista al civico 46 ha levato l’ancora, ma da qualche giorno gli ambienti sono stati ripuliti e si vocifera di un nuovo, imminente insediamento. Spostandosi verso via 9 giugno, restano attivi il Carpet Diem, la sede sindacale dell’Usb, la Cassa di risparmio del Fvg, l’ortofrutta la Grande Mela, mercerie Sonia e una farmacia.

Dalla parte opposta, invece, sul nuovo braccio innestato sul versante di via Roma, dove fin qui nessuno si era mai insediato due novità: la prossima apertura di Computer house al civico 23, che sloggia dal corso per insediarsi stabilmente in Borgo Rosta, e l’acquisizione (al momento ignota) dell’altro ampio locale su due piani al 27, visibile dalla strada. Un immobile finito all’asta dopo il fallimento della Sei, assieme ad altri del complesso realizzato tra il 2011 e il 2013. Alienati anche tutti gli appartamenti rimasti invenduti prima dell’arrivo di un curatore, sicché restano ancora acquisibili, per un paio di migliaia di euro, solo quattro posti auto e una piazzetta. Fabio Boscarolli, titolare del Computer house che per esempio cura la gestione della rete informatica dell’aeroporto, a breve quindi inaugurerà la sede al 23, di recente acquisto. Una certa vivacità, seppur concentrata nei servizi.

Spazi commerciali da tempo full, invece, alla Galleria Gran Pavese, dove al contrario le attività alla fine hanno trovato evidentemente riscontro: caffetteria Goppion, un negozio di pullover, un altro di sigarette elettroniche, lo showroom della Boutique Gina, l’alimentare da Nando e l’estetica Eden. Situazione ben diversa, poco più in là, alla Attoni, realizzata nel 1969, dove eroicamente resiste, dopo l’addio del tabacchino, un bar: «Ho spalle larghe, resisto contro il mondo», così il gestore. Attorno uno studio di massaggi, un magazzino, la sede di Federconsumatori, l’immancabile Caaf e il laboratorio di un tappezziere. Di negozietti di vicinato, nel senso stretto dell’espressione, poco o niente, dunque. Quanto ai portici di via Sant’Ambrogio si è ampiamente detto giorni fa. Ora si attende l’intervento all’illuminazione dell’ente, ma l’area è privata: dovrà esserci l’assenso dei residenti. —



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