Gazebo in regola, assolti dopo sei anni

La tensostruttura degli imprenditori Frausin e Gimona montata sull’isola della Ravaiarina soggetta a vincolo paesaggistico
Di Roberto Covaz

Una sentenza di assoluzione che potrebbe produrre utile giurisprudenza nell’intricato e clamoroso caso delle verande dei locali pubblici di Grado.

È questa la portata del pronunciamento del Tribunale di Gorizia (giudice Russo) che nei giorni scorsi ha assolto perché il fatto non costituisce reato due imprenditori turistici di Grado, Giannantonio Frausin e Enverio Gimona.

I fatti risalgono all’aprile del 2009. Sull’isola della Ravaiarina nella laguna di Grado avevano montato, nei pressi del ristorante, un grande gazebo che serviva ad ospitare concerti e altre iniziative ricreative. Secondo l’accusa, sostanzialmente, i due imputati non avevano tenuto conto della norma dettata dai vincoli paesaggistici. Per analoga questione, risalente al 2008, Gimona e Frausin erano stati processati e alla fine assolti.

Nel corso del dibattimento l’accusa, sostenuta dal pm Valentina Bossi, ha confessato che per un errore della stessa Procura quella sentenza non era stata impugnata.

Il Comune di Grado aveva ordinato la rimozione del gazebo, ma dopo alcuni giorni era stato rimontato nonostante l’area fosse vincolata dal punto di vista paesaggistico. Di qui la contestazione della Procura che il montaggio del gazebo era avvenuto senza la necessaria autorizzazione. Il pm aveva chiesto una pena per i due imputati di 8 mesi di reclusione.

Ma l’avvocato difensore Enrico Agostinis ha invece dimostrato come quella tensostruttura non era soggetta a vincolo paesaggistico perché era una struttura provvisoria, non creava volume e cubatura, soprattutto era sprovvista di scavi in trincea per le fondamenta e di platea in calcestruzzo.

In sostanza il grande gazebo era solo appoggiato a terra e facilmente rimovibile.

Stesse caratteristiche possono essere riscontrare nelle verande esterne a tanti locali del centro storico di Grado. Verande altrimenti chiamate dehors.

Ma non va taciuto che nel centro storico di Grado oltre al vincolo paesaggistico insiste anche quello monumentale imposto dalla Soprintendenza. Il Comune di Grado sta procedendo nella stesura delle modifiche al proprio regolamento che regola la complessa materia. In accordo con la Soprintendenza è stato circoscritto il perimetro del centro storico con il risultato che alcuni locali, comunque centrali, non hanno più l’obbligo di osservare tali vincoli. In quelli del centro storico vero e proprio invece allo stato si possono utilizzare solo ombrelloni.

In ogni caso non appena verrà depositata la motivazione della sentenza del caso dell’isola Ravaiarina si potranno cogliere nuovi elementi per dirimere la complessa controversia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo