Trieste, il gestore del bar Twins di piazza Goldoni preso a sprangate davanti a casa da due incappucciati

Gabriel Glisic, 38 anni, è finito in ospedale. Indagano i Carabinieri. La pista della tentata rapina. Gli aggressori impugnavano anche un coltello

Gianpaolo Sarti
A sinistra via Capitolina a Trieste (foto Silvano), a destra la vittima
A sinistra via Capitolina a Trieste (foto Silvano), a destra la vittima

Lo spray urticante spruzzato in faccia per due volte. Le sprangate in testa e sulle gambe. Poi la fuga. Nessuna parola, nulla. L’aggressione a Gabriel Glisic, trentotto anni, triestino, gestore del bar Twins di piazza Goldoni, dura meno di un minuto. Abbastanza per farlo finire in ospedale.

Sono le undici di sabato sera quando il trentottenne viene avvicinato accanto alla sua abitazione di via Capitolina 3/3 da due individui incappucciati e a volto coperto. Glisic sta ritornando a casa dopo una giornata di lavoro in bar. I due lo aspettano in una stradina privata e defilata che scende da via Capitolina verso scala dei Cappuccini. È colto di sorpresa e non ha il tempo di scappare.

Uno gli spruzza addosso lo spray, mentre l’altro comincia a colpirlo con la spranga. Il trentottenne cerca di proteggersi con il braccio, ma viene ferito al capo e sulle mani. Un’altra spruzzata della sostanza urticante gli arriva tra il naso e la bocca e lui comincia a respirare a fatica perché soffre di asma. «Uno di loro aveva anche un coltello a serramanico», racconta lui.

Glisic si dimena e urla con tutte le forze che ha in corpo chiedendo aiuto. Alcuni vicini si affacciano dalle abitazioni circostanti. A quel punto gli incappucciati si dileguano risalendo di corsa la stradina. Prendono via Capitolina verso sinistra in direzione di piazza del Sansovino e fanno perdere le proprie tracce.

Glisic chiama il 112 e intanto è soccorso da due vicini. In testa ha due vistosi bernoccoli che sanguinano e traumi alle gambe. Sul posto piombano un’ambulanza del 118 e i Carabinieri.

Il trentottenne riesce a fornire una descrizione degli aggressori. «Indossavano giubbotti grossi, di cui uno bianco – spiega – avevano il volto e la testa coperti da sciarpe e cappucci ma mentre mi picchiavano ho notato il naso e la pelle di entrambi... era scura. Di uno dei due ho visto metà faccia e credo che sarei in grado di riconoscerlo. Erano stranieri, forse afghani o pachistani».

Il referto medico del Pronto soccorso di Cattinara conferma i traumi: due ematomi alla testa, contusioni alle ginocchia e una distorsione all’anulare della mano destra. Oltre allo choc.

Sul motivo del pestaggio per ora si possono fare solo ipotesi. Quel che è certo, considerando le modalità e il luogo in cui si è verificato, è che non è stata un’aggressione casuale, ma mirata: la coppia di malviventi stava aspettando la vittima davanti a casa.

Si è trattato di un regolamento di conti? Di una vendetta? L’episodio ha a che fare con il bar o con le frequentazioni di piazza Goldoni, dove appunto è situato il locale? O è stata una tentata rapina? Glisic aveva con sé l’incasso del locale, ma in genere i malviventi non agiscono con una spranga per derubare le persone.

Una mazza e un indumento trovati alla base di scala dei Cappuccini
Una mazza e un indumento trovati alla base di scala dei Cappuccini

Sabato sera durante le ricerche è stato rinvenuto il telefono di uno dei due, perso durante la colluttazione o la fuga: era per terra nei pressi del punto in cui il trentottenne è stato picchiato.

Alla base di un’aiuola di scala dei Cappuccini sono spuntati una mazza e un indumento nero, forse una sciarpa o uno scaldacollo. Gli oggetti, così come il cellulare, sono stati sequestrati dai Carabinieri.

Riproduzione riservata © Il Piccolo