Gli italiani che “curano” Piemonte d’Istria
Fra le attività della Comunità in esilio anche interventi di recupero e manutenzione nel paese d’origine

PIEMONTE D’ISTRIA. «No se podeva star...». Così si esprimono molti degli esponenti della prima generazione di esuli di Piemonte d’Istria, paese adagiato sotto il monte Santa Croce, sulle colline del pendio nord del fiume Quieto. Un paese diventato suo malgrado paradigma dell’Istria un tempo divisa tra quelli che sono andati e quelli che sono rimasti. Nei primi anni del Novecento si contavano circa mille abitanti, ridottisi a poche decine dopo l’esodo dall’ex Jugoslavia. Così quella di Piemonte d’Istria è diventata una Comunità di italiani che pur non risiedendo nel paese d’origine proprio lì realizza delle attività. Già nel 1950, come racconta il segretario esecutivo Franco Biloslavo, a Trieste si fonda la Comunità di Piemonte in esilio «che in tutti questi anni ha seguito la lunga agonia del borgo che era sempre riuscito a sopravvivere alle vicende storiche. Dopo il crollo della Jugoslavia negli anni Novanta il paese si è quasi completamente svuotato, votato a un lento declino».
Così oggi la Comunità a Trieste può contare su una settantina di aderenti attivi, che «partecipano alle attività proposte dall’associazionismo degli esuli di cui la comunità fa da sempre parte», continua Biloslavo: «Ma soprattutto, fin dalla fondazione la Comunità ha costantemente mantenuto viva la propria identità istro-veneta e la propria connotazione culturale d’origine. Ora la partecipazione costante alle nostre feste patronali», che si svolgono da sempre anche nel duomo di Piemonte, e poi «incontri e pubblicazioni si alternano alla promozione di interventi di manutenzione o di recupero sul paese di origine che, anche se dista una cinquantina di chilometri da Trieste, resta il punto di riferimento della Comunità».
Negli ultimi anni il gruppo grazie ai social riunisce anche le persone emigrate in vari paesi del mondo. E poi «una delle iniziative di cui siamo più orgogliosi - prosegue Biloslavo - è stato l’allestimento dello spettacolo “Tornar” che ha consentito a Simone Cristicchi di legare i fili delle testimonianze di esuli e rimasti». Da menzionare poi la “Passeggiata sulle antiche Rogazioni” che si svolge da diversi anni nella festività di San Marco, il 25 aprile. Per il futuro Biloslavo auspica «la creazione di un centro culturale misto con un museo che possa divenire un punto riferimento sul tema dell’esodo, anche con la partecipazione di altre realtà istriane».
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