Gli sloveni dell’”Open Trio” da Londra al Cafè Rossetti

yy Vernice, oggi alle 18.30, all’hotel Continentale, della mostra del pittore argentino Raúl Burrone, noto per i due leitmotiv che hanno ispirato con successo la sua arte, architettura e pittura. L’architettura come impegno nella creazione dello spazio contemporaneo e come rispetto per la storia nel restauro, la pittura come mezzo di espressione e d’analisi della figura umana. In mostra una ventina di opere, che esprimono l’interesse pittorico dominante di Raúl Burrone, orientato alla rappresentazione del corpo umano, in particolare allo studio e all’approfondimento della figura femminile in un contesto intimista. La donna, dunque, e quindi l’evocazione della figura femminile nella pittura di un architetto. Fino al 27 maggio.
Dalla Slovenia a Londra passando per Trieste. Hanno studi musicali triestini alle spalle i membri dell'Open trio, formazione reduce dai successi londinesi che sarà di scena stasera al Cafè Rossetti in una serata dedicata al free jazz. Musica ricercata sì ma, garantiscono, adatta a tutti i palati: basta avere una mente un po' aperta, come suggerisce il nome del quartetto composto da Andrey Piryevec, batteria, Goran Grabic, chitarra, Matej Baric tastiere e Bojan Volk sax. Piryevec, prima di dividersi tra la Slovenia e Londra, dove vive da quattro anni, ha mantenuto rapporti strettissimi con Trieste. «Ho studiato per 4 anni chitarra classica alla Glasbena Matica con Marko Feri - spiega il leader - ma a 12 anni il richiamo della batteria era troppo forte. Da quando avevo 6 anni stavo sempre vicino a batteristi chiedendo il permesso di suonare nelle pause dei concertini di paese. Il rapporto con Trieste è sempre stato ottimo: da piccolo costringevo i miei a portarmi a vedere i negozi di strumenti musicali del centro, specialmente le percussioni«. A Trieste, ma alla Scuola 55, ha studiato anche Baric, talento già a 7 anni, che ha seguito i corsi di Marco Ballaben e le lezioni di Bruno Ceselli. Piryevec si è poi diplomato al London College of Music e ha collaborato con John Wheatcroft (Elton John), Andrew McKinney (James Taylor Quartet), Kate Winter, Simon Horn (INXS), Karl Rasheed©Abel (Soweto Kinch), Julian Bury (Paul McCartney) e Iain MacKenzie (Ronnie Scott’s Big Band) e si è esibito in numerosi festival. «A Trieste seguivo sempre più concerti e ho iniziato a conoscere tanti musicisti locali, con i quali suono ancora di frequente all'interno di vari progetti: il rapporto tra i musicisti di questa o quella parte del confine è sempre stato molto buono. E poi Trieste mi piace per la sua cultura: crescere vicine a una città così musicalmente ricca è stato cruciale per lo sviluppo della mia personalità artistica».
Il vostro concerto di debutto è avvenuto in un locale di Londra, il “Blag Club”. «È stato un successo immediato e da allora il progetto è in continua espansione». L'esperienza londinese? «Mi ha dato tantissimo: dopo 4 anni a Londra sono cambiato completamente. Stare intorno a gente che ha suonato con grandi della musica come Jamiroquai, Sade, Bill Cobham è entusiasmante e ti dà una spinta grandissima per fare musica. Ogni sera sai che c'e un concerto. A Londra puoi veramente sentirti un musicista: là fare musica è una professione seria e rispettata e non importa quale genere, c'è spazio per tutti».
Il progetto che presenteranno stasera, nato da un'idea di Piryevec, ha la caratteristica di riarrangiare brani originali per adattarli alla formula del trio (ora esteso a quartetto) per offrire un diverso approccio al suono e alla lettura della musica. Progetti futuri? «Affinare il nostro stile, che secondo me è già un marchio di fabbrica denominato ambient funk-jazz. Voglio suonare sempre di più e comporre ancora più canzoni. Stiamo già lavorando al secondo cd, che spero uscirà alla fine di quest'anno o all'inizio del prossimo. L'intento rimane quello di arrivare alla gente e offrire qualcosa di emozionante».
Gianfranco Terzoli
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