Gli Snarky Puppy a Grado: «Fondiamo la musica del mondo in un unico gesto creativo»

Al Parco delle Rose una delle band più richieste e più “libere” della scena internazionale
 
GRADO. Oggi, giovedì 11 luglio a Grado Jazz al Parco delle Rose (21.30) arriva una delle band più richieste (e più straordinariamente "libere") della scena musicale internazionale degli ultimi anni: gli Snarky Puppy. Proprio da Grado - una delle poche e selezionatissime date in Italia - inizia il loro tour italiano, prima di partire per Umbria Jazz.
 
Gli Snarky Puppy sono un collettivo musicale, strumentale, formato da circa 25 membri in rotazione, che esplora di volta in volta nuovi linguaggi musicali e si muove tra jazz, funk e R&b, musica scritta e improvvisazione totale; ha guadagnato il suo primo Grammy Award nel 2014 per la Best R&B Performance e nel 2017 nella sezione Best Contemporary Instrumental album con Culcha Vulcha, sezione già vinta nel 2016 con Sylva; oggi la fama della band ha superato i continenti.
 
Abbiamo intervistato Michael League, newyorkese produttore, bassista e fondatore del gruppo, con cui abbiamo parlato della storia e dello spirito della band e del nuovo Immigrance Tour, dedicato all'ultimo lavoro discografico, che viene presentato a Grado. 
 
Molti di voi si sono conosciuti alla University of North Texas: come e quando avete deciso di dedicarvi insieme completamente alla musica?
"È stato un processo graduale: la band ha cominciato ad avere successo molto, molto lentamente e in un lungo periodo di tempo; penso che l'impegno che ciascuno di noi ha dedicato al gruppo è cresciuto gradualmente, per tutti nello stesso modo". 
Gli "Snarky Puppies" sono tutti oltre i trent'anni ... cosa e come è cambiato con il passare degli anni?
"Oh, wow. È cambiato talmente tanto e in tanti modi...Mi piacerebbe pensare che oggi siamo più calmi, più pazienti, più maturi sia come musicisti che come persone.  Eravamo un gruppo di ragazzi del college o appena usciti da esso e scoprivamo il mondo, cercando sempre nuove esperienze insieme. Era eccitante e divertente. Le amicizie oggi sono diventate una famiglia, e questo mi piace tantissimo". 
Che rapporto avete con l'Italia?
"Ogni paese ha un suo carattere, girare l'Italia per noi significa suonare in luoghi meravigliosi e antichi (come negli anfiteatri romani, per esempio), mangiare ottimo cibo e bere fantastico vino. Questo è il genere di cose che ti dà un sacco di energia e ti elettrizza e ti consente di continuare a suonare anche dopo tanti anni che lo stai facendo". 
Il vostro ultimo album, pubblicato in marzo, si intitola "Immigrance". È in qualche modo una vostra posizione in merito all'emigrazione e all'immigrazione? 
"Non credo sia un disco politico e non credo che gli Snarky Puppy siano una band politica. Mi piace l'idea che una band suoni una musica che può essere interpretata in un infinito numero di modi da chi l'ascolta. Detto ciò, è vero che l'attuale situazione degli Stati Uniti coinvolge in modo importante ciascuno di noi, tutta la band, soprattutto quelli che sono loro stessi degli "immigrati". Parlando della "migrazione",della musica da un continente a un altro, dobbiamo comunque parlare anche della migrazione delle persone. Il disco parla di questo". 
Come descriveresti la vostra musica? Con quali parole? In quale genere la collocheresti?
"La definisco semplicemente musica strumentale. Mescoliamo elementi da tante differenti tradizioni musicali (soprattutto quelle americane) e penso che se dovessimo dare un nome specifico alla nostra musica, magari quel nome non andrebbe bene per tutti i nostri brani. Ci basiamo sul jazz per molti aspetti, e quindi capisco bene che la gente lo chiami così. Io non la penso esattamente in questo modo, ma non mi disturba affatto. 
Per me la nostra musica è un terreno comune dal quale possiamo prendere tutto ciò che ci piace di più dalle musiche di tutto il mondo,e metterlo insieme nello stesso "luogo", in un unico gesto creativo, possibilmente con un certo gusto, divertendoci e dando al risultato (le canzoni) anche un certo spessore". 
 

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