Godina, la rabbia delle commesse

«Una famiglia seria, mai uno stipendio in ritardo. Le istituzioni si sono svegliate troppo tardi»
Di Laura Tonero
Foto Bruni 24.05.14 Magazzini Godina:
Foto Bruni 24.05.14 Magazzini Godina:

Piangono, si commuovono, cercano di tirarsi su di morale l'una con l'altra. Le dipendenti di Godina stanno vivendo un momento difficile. E invece di fare muro contro quel titolare che tra circa sette mesi abbasserà le serrande di quella che è la loro seconda casa, si stringono attorno a lui e ai suoi figli. La più anziana dal punto di vista lavorativo è Claudia, da 39 anni commessa di Godina. I triestini hanno già iniziato a cercare le occasioni. Ma molti clienti stanno varcando la soglia dello storico negozio solo per abbracciare la loro commessa preferita. Quella che lì ha seguiti negli acquisti più importanti riservando loro pazienza, consigli e sorrisi. I dipendenti però non nascondono molta rabbia nei confronti della città e di chi la guida.

«Abbiamo letto che il sindaco intende venire a trovarci - dichiarano - ma non capiamo il senso di questo gesto. Poteva arrivare prima, ora le sue parole non ci servono. Noi a lui non abbiamo più nulla da dire o da chiedere. Come al solito le istituzioni arrivano tardi». E ne hanno anche per la Confcommercio. «Abbiamo la sensazione - sostengono - che i rappresentanti di categoria che oggi spendono parole per analizzare il perché di una simile situazione, abbiano sempre snobbato i Godina, spinti probabilmente dall'invidia». Anche ieri il negozio era pieno. Passando tra i reparti, gli a scaffali e gli espositori si raccoglievano i commenti di alcuni dipendenti, certamente preoccupati per il loro futuro. «Per me - ammette Grazia, da 33 anni alle dipendenze di Godina - è la fine. Questa città non offre nulla. Qui anche tra i clienti ho conosciuto persone stupende. Attorno a questa sofferta decisione si sono stretti anche molti acquirenti provenienti da oltre confine, clientela da sempre preziosa per questo negozio e per tutta la città».

La notizia della prossima chiusura di Godina è stata ripresa anche dai media Sloveni, Serbi e Croati. «Ci hanno chiamato sorpresi e dispiaciuti tanti clienti dall'Istria», raccontano le commesse. Impossibile per loro non ricordare in questi giorni i momenti belli passati in quell'azienda «come quando facevano le feste di fine anno, di Natale o di San Giuseppe in onore del signor Giuseppe Godina - rammenta Elena, da 26 anni in azienda - e le lotterie con in premio anche viaggi o orologi importanti. Siamo una grande famiglia e ai Godina va riconosciuta la serietà: mai uno stipendio in ritardo, i contributi sempre pagati, mai una mancanza». Alcuni dipendenti hanno assistito a tutto il passaggio generazionale. Hanno lavorato a fianco del fondatore dell'azienda, Giuseppe Godina, e poi vissuto il passaggio delle redini nelle mani dei due figli, Sergio e Ugo, quest'ultimo morto prematuramente in un brutto incidente stradale. A dimostrare la loro solidarietà sono arrivati anche molti degli ex dipendenti. «Forse per salvare l'azienda - valutano i lavoratori - poteva servire anni fa un cambio generazionale, un passaggio di testimone. Secondo noi, ad esempio, - concludono - le capacità imprenditoriali e la passione di Annalisa Godina, sono state sottostimate dalla famiglia».

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