Gorizia, attività chirurgica ridotta del 25% in estate con i piani ferie di Asugi

Il direttore sanitario dell’Azienda respinge le critiche di Uil e Nursind e parla di sistema «sotto controllo»

Francesco Fain
Il tavolo di conciliazione. Foto Tibaldi
Il tavolo di conciliazione. Foto Tibaldi

 

Fumata nera. O meglio: tutto rimandato al 17 luglio. È fallito il tentativo di conciliazione della Prefettura conseguente allo stato di agitazione proclamato a causa del piano-ferie e «del rischio concreto di chiusura delle Unità operative di Medicina e Chirurgia a Gorizia e Monfalcone».

La riunione si è svolta ieri pomeriggio ed è durata quasi un’ora e mezzo. Per i sindacati erano presenti il segretario regionale della Uil-Fpl, Luciano Bressan e il vicesegretario regionale del Nursind, Afrim Caslli. Dall’altra parte del tavolo la dirigente del Coordinamento delle professioni sanitarie (area isontina) Tiziana Spessot, Fosca Togni e Michele Rossetti. «Ci siamo riaggiornati al 17 luglio - ha spiegato Spessot al termine della riunione -. Le forze sociali ci hanno chiesto numeri e dati che presenteremo loro in quella occasione». Telegrafico anche il prefetto Ester Fedullo. «La riunione è andata in modo tale da consentirci una riconvocazione il 17 luglio».

Duri e loquaci i sindacati Uil e Nursind. «A questo punto, qualora la prossima riunione sarà insoddisfacente, verranno valutate tutte le azioni conseguenti, nessuna esclusa, compresa la proclamazione dello sciopero generale del personale. In particolare, non è stato assunto alcun impegno serio su un piano straordinario di assunzioni per far fronte alla cronica carenza di personale; la sostituzione immediata delle lunghe assenze (malattie, maternità); la salvaguardia delle unità operative di Medicina e Chirurgia di Gorizia e Monfalcone per le quali, da anni, chiediamo interventi concreti ma che si trovano oggi in condizioni critiche a causa della totale mancanza di responsabilità della Direzione Asugi; l’attivazione dei trasporti pomeridiani, che continua a essere rinviata da quasi due anni, lasciando gli Oss a svolgere mansioni improprie, sottratti all’assistenza», spiegano Bressan, Cassli assieme al segretario generale Uil Stefano Bressan e quello regionale del Nursind Luca Petruz.

Per Asugi, risponde il direttore sanitario Daniele Pittioni, che non era presente alla riunione in Prefettura. Parla di situazione «sotto controllo» e di un metodo per gestire le ferie dei dipendenti «ampiamente collaudato negli anni». «Nell’Isontino 20 posti-letto delle medicine chiuderanno per un mese in alternanza, prima a Gorizia e poi a Monfalcone. Saranno inoltre ridotti i posti-letto nelle Rsa, in tutto una trentina, nelle tre sedi di Gorizia, Monfalcone e Cormòns, grossomodo dieci per località». Quanto all’attività chirurgica «saranno garantiti interventi oncologici e le urgenze. Sarà una riduzione del 25% dell’attività rispetto alla normalità nei mesi di luglio e agosto. Poi, gradualmente, torneremo alla normalità a settembre. Questa riduzione è in linea con i piani ferie degli ultimi anni». Ma quel 25% viene contestato dai sindacati che parlano di una riduzione dell’attività chirurgica in estate «superiore al 30%». Il commento di Pittioni riguardo alle rimostranze dei sindacati? «Ognuno fa il suo mestiere nel modo migliore».

Ma i sindacati sono autentici fiumi in piena. «Ciò che rende tutto ancora più inaccettabile è che, mentre si chiedeva di salvare la sanità isontina, l’Azienda ha sottoscritto il cosiddetto “accordo della vergogna” sull’unificazione dei fondi, che ha comportato un taglio secco di oltre 800 euro annui per ciascun lavoratore dell’area isontina. Invece di incentivare chi resta, o attrarre nuovi professionisti, si è deciso di mettere un cappio al collo ai lavoratori di Gorizia e Monfalcone. E con loro, anche a tutti i cittadini che vedono, ogni giorno, ridursi l’accesso a servizi sanitari fondamentali».

«Una scelta cinica e miope, che penalizza i territori più fragili, aumenta le disuguaglianze e conferma che per questa Azienda esistono cittadini e lavoratori di Serie A e cittadini e lavoratori sacrificabili. Uil-Fpl e Nursind hanno ribadito che salvare l’Isontino, prima che sia troppo tardi, è una priorità. Il tempo delle chiacchiere è finito. Non ci fermeremo. Non ci faremo prendere in giro». —

 

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