Gorizia, la scuola delle Orsoline verso la chiusura

di Francesco Fain
Se ne andranno. Chiuderanno la scuola elementare, uno dei capisaldi dell’istruzione a Gorizia. Forse, lasceranno anche la città. Ma non subito. Fra sei, forse anche sette anni.
Le madri Orsoline devono far fronte alla crisi: crisi economica e crisi di vocazioni. Da giorni ormai si stavano moltiplicando in città le voci (via via diventate sempre più forti) di un loro addìo che sembrava essere imminente. In realtà, la circostanza viene smentita dalla coordinatrice della scuola, suor Marcelliana Bortolotto. Ma non in maniera integrale, soltanto in minima parte. «Per i prossimi sei, sette anni, la scuola elementare va avanti. Poi, molto probabilmente, chiuderà. Insomma, il provvedimento non è imminente ma a lungo andare».
I motivi? «Si va dalla mancanza di denaro alla mancanza di soggetti religiosi - spiega suor Marcelliana -. Siamo sempre in meno e gli anni passano. Proprio nei giorni scorsi una sorella ha compiuto cent’anni, tutte le altre hanno attorno ai 70. Siamo rimaste in dieci e siamo tutte anziane. Non è facile andare avanti in questa maniera». Senza contare il carico fiscale che anche per le madri Orsoline sta diventando sempre più pesante, soffocante, assillante.
Oggi la scuola (molto apprezzata e considerata di gran qualità) conta 208 alunni e 12 insegnanti. Definire storica la presenza delle Orsoline è quasi un eufemismo: è da 341 anni che fanno parte della vita quotidiana della città. «Ai primi di luglio del 1672 è stata aperta la scuola che era riservata alle bambine: da allora le elementari sono rimaste sempre aperte», prosegue suor Marcelliana. Che aggiunge: «Non è il caso di drammatizzare. Ripeto: l’istituzione scolastica non chiuderà da un giorno all’altro». Da stabilire anche se la chiusura delle elementari coinciderà anche con l’addio alla città. Potrebbe anche essere che le suore restino nel monastero. L’attuale convento, ha scritto qualche tempo fa Diego Kuzmin, è stato progettato da Max Fabiani in ampliamento alla villa in stile “neogreco” costruita negli anni settanta dell’800 dall’architetto triestino Giovanni Andrea Berlam (1823-1892) per l’impresario friulano Giacomo Ceconi (1833-1910). Reso nobile per meriti di lavoro da Francesco Giuseppe, il Ceconi fu tra i protagonisti nella costruzione della ferrovia della Transalpina (ufficialmente Wocheinerbahn) della quale quest’anno ricorre il primo centenario della sua inaugurazione, avvenuta il 19 luglio del 1906, alla presenza dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria-Este, erede al trono e assassinato nel 1914 a Sarajevo dal nazionalista serbo - appena diciannovenne - Gavrilo Princic.
Indubbiamente, la presenza delle Orsoline nel mondo dell’educazione, anche per l’affetto che le circonda, è un servizio che sarà difficile da sostituire. Con la Pozzuolo che se ne va, con diverse sedi di enti dello Stato che sono chiuse da tempo, con le chiese con sempre meno preti la città rischia di perdere la sua connotazione storica.
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