Gorizia, la “signora della pesca” vince il pregiudizio: «All'inizio i clienti vedevano una donna e uscivano dal negozio»

Morto il marito, Milly Terpin non ha mollato e l’attività in via Alviano è punto di riferimento anche per clienti d’oltreconfine 
Bumbaca Gorizia 06.02.2021 Milly di Colombo sport © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 06.02.2021 Milly di Colombo sport © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Sono ancora in tanti che con canna, mulinello e una sana dose di pazienza vanno per mare e per fiumi. Senza tirar fuori le statistiche, per averne la conferma è sufficiente andare da Colombo Sport, in via Alviano, e far due chiacchiere con la titolare, Milly Terpin, o con Vili, il dipendente del negozio. L’attività, in un primo tempo, aveva sede in piazza Cavour: Milly, allora, non si occupava di esche e galleggianti, ami e guadini. A servire la clientela, bastava Giorgio, suo marito. Un improvviso malore se l’è portato via nel 2000, quando aveva 36 anni. Era lombardo, Giorgio, precisamente di Monza e la passione per la pesca l’aveva sempre avuta. A Gorizia aveva iniziato negli Ottanta, in un negozio di via Vittorio Veneto, mettendosi poi in proprio, in via delle Monache, e dedicandosi all’abbigliamento: anche in questa sua esperienza da titolare, aveva tuttavia cominciato a tenere quell’armamentario al centro dell’attività di piazza Cavour prima e di via Alviano poi.

In via Alviano aveva aperto nel ’92, un anno prima di sposarsi, fidelizzando passo dopo passo una clientela anche d’oltreconfine. Alla pesca, aveva unito la vendita al dettaglio di materiale pirotecnico (razzi e petardi, per intenderci) con gran gioia di quelli che amano festeggiare la fine dell’anno e l’inizio del nuovo in maniera non propriamente discreta. Per lui, per la moglie, per i loro due figli (Francesco e Natasha), tutto sembrava andare per il meglio: anni sereni e di stabilità economica. Poi, la tragedia, con Milly che, dopo pochi mesi di stop forzato, a rimboccarsi le maniche e decidere di non chiudere il negozio, lei che per la pesca non aveva certo un amore sconfinato e, da quel mondo, era sempre rimasta comprensibilmente lontana.

«Non sapevo nemmeno tenere in mano una canna, ma, pur con enormi incertezze, ho voluto portare avanti il nome di Giorgio – dice –. È stato un salto nel buio, ma con lo spirito di sacrificio e con la competenza, specie di Vili, possiamo dire di avercela fatta, anche se continuare in un’attività di nicchia come la nostra, e in una città come Gorizia, è certamente un atto di coraggio». Ora, a ricordare quegli inizi, se la ride un po’. «I clienti entravano e, come mi vedevano, andavano via: una donna a vender articoli di pesca, caratterizzati da un incredibile tecnicismo, non era ritenuta credibile, adeguata. Era molto più probabile che una donna vendesse biancheria intima! Con il tempo, però, ho saputo conquistare la loro fiducia, al punto che mi è anche stato domandato di diventare una garista».

Le gare, per lei, possono comunque attendere: Milly prosegue nell’occuparsi di pesca, ma solo nel suo negozio, non andando in barca o dalla riva con secchi di pastura. I tempi migliori, a sentirla, sono quelli anteriori al 2008. Poi, con la crisi, la musica è cambiata e «se dovessimo parlare del 2020 sarebbe meglio lasciar perdere e anche ora il lavoro è ridotto all’osso – prosegue, molto sinceramente –. Per esempio, da cinque anni molti prodotti del settore pirotecnico che si potevano vendere sono stati messi fuori commercio, per ragioni di sicurezza. Oggi, nel nostro fatturato, il settore pesca incide quindi molto di più». E poi, in passato, non c’erano ancora le proteste animaliste che hanno portato a ridurre, per San Silvestro, l’uso dei botti, con conseguente calo nelle richieste. Ancora la titolare, ancora sulla pesca. «Nel complesso, ci si è spostati dalle acque interne al mare, che riserva soddisfazioni maggiori. La nostra clientela, comunque, è più slovena che italiana. Sì, in Slovenia c’è un interesse superiore per questo sport, anche tra i giovani, mentre, tra i goriziani, a praticarlo sono soprattutto gli adulti». Del resto, Paese che vai usanza che trovi.

Una considerazione finale. «Si va a pesca per smaltire lo stress e la clientela è di tutti i tipi». Stando allo stress che accumuliamo nel periodo di Covid-19, avendo il via libera ci armeremo tutti, allora, di canna e mulinello. —


 

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