Gorizia, Natale 1340 Bertrando celebra la messa in armatura

Il patriarca di Aquileia impartì la benedizione impugnando a due mani lo spadone 

Punti di vista



Scrive nel 1937 Ranieri Mario Cossàr in “Gorizia e il suo Castello”, che dopo la morte di Giovanni Enrico il governo della Contea venne assunto nel 1338 dai cugini Alberto IV, Mainardo VII ed Enrico III, da subito in lotta contro “il Patriarca d’Aquileia Bertrando di San Genesio, austera figura d’ecclesiastico guerriero, che per rivendicare i possessi del Patriarcato mosse loro aspra guerra. Dopo aver saccheggiato Cormòns occupò i sobborghi di Gorizia. La notte di Natale del 1340 fu costretto a celebrare la Santa Messa all’aperto, assistito dall’Abate Giuberto di Moggio, in piena armatura di guerra, ed impartì la benedizione con lo spadone a due mani. Tale celebrazione diede forse origine alla tradizionale Messa dello Spadone che viene celebrata la notte del 24 dicembre a Gorizia e il giorno dell’Epifania a Cividale… la strenua difesa degli assediati ed il freddo intenso lo costrinsero però a levare l’assedio il dì dell’Epifania 1341. Ma scoppiata nel 1349 una nuova guerra fra i Goriziani, collegati coi Cividalesi, contro il Patriarca Bertrando, quest’ultimo caduto il 6 giugno 1350 nelle mani dei suoi nemici, venne mortalmente trafitto. Le sue spoglie furono trasportate su d’un carro agricolo ad Udine ed il Patriarca guerriero fu venerato quale Beato”.

Persa la memoria di quella goriziana, oggi la messa dello spadone si esegue ad Aquileia la notte di Natale e il 6 gennaio a Cividale, ma circa l’origine ritus antiquitas non constat, come scrisse citando De Rubeis lo storico friulano Giuseppe Vale, mentre nel 2003 Gerard Schwedler dell’Università di Heidelberg, scartata l’ipotesi di reminescenza della liturgia natalizia di Bertrandoc, ne attribuisce la genesi a Marquardo di Randeck (1296-1381) che di origine tedesca l’importò dall’ambito germanico dove fu praticata per la prima volta la notte di Natale del 1347, quando Carlo IV prese parte attiva alla celebrazione nel duomo di Basilea: quale imperatore romano, leggendo il Vangelo di Natale con la spada in mano, affermava la potenza del suo comando.

Anche Marquardo volle attestare la coesistenza delle funzioni, spirituale e temporale, ed è sua probabilmente l’introduzione della spada natalizia ad Aquileia e Udine (poi Gorizia), mentre l’Epifania di Cividale è rimasta la più celebre per la copia conservata della spada di Marquardo, con incisi il nome e la data d’insediamento, 6 luglio 1366, considerata simbolo dello stato patriarcale. –



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