Gorizia, Romoli: «Studi di settore da sospendere»

GORIZIA. Illogico. Illogico che un negozio in centro a Gorizia venga equiparato, in termini di potenziali guadagni, a uno analogo di via Montenapoleone.
E rilevarlo il sindaco Ettore Romoli che ne ha parlato, la scorsa settimana, anche con il direttore della locale Agenzia delle entrate. Non solo: domani partirà anche una lettera indirizzata al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e ai vertici dell’Agenzia delle entrate, in cui si chiede che, per Gorizia, anche alla luce delle peculiarità del capoluogo isontino, vengano sospesi gli studi di settore o, perlomeno, riparametrati, «anche perchè, proprio nel momento in cui, grazie alla riqualificazione urbanistica, si registrano i primi segnali di risveglio in chiave turistica - evidenzia Romoli - non possiamo permetterci che parametri fiscali assurdi penalizzino irreparabilmente il commercio locale».
Nella lettera, il sindaco spiega le criticità che hanno reso ancora più pesante la crisi a Gorizia dalla caduta del confine: dalla cessazione della Zona franca alla nascita, in Slovenia, di centri commerciali fortemente competitivi a ridosso del confine. A questo proposito, peraltro, Romoli sottolinea come «non sia possibile non tener conto negli studi di settore di questi centri commerciali solo perchè si trovano in un altro Stato mentre i negozi di altre aree d’Italia sono chiamate a pagare meno tasse perchè hanno la grande distribuzione, in territorio nazionale, a qualche chilometro di distanza».
Il primo cittadino fa anche riferimento ai numerosi cantieri aperti in città negli ultimi anni «indispensabili proprio per consentire, attraverso la riqualificazione urbanistica, quella riconversione dell’economia commerciale prima legata al confine e, in prospettiva, al turismo. Tali cantieri, però - sottolinea Romoli - essendo diffusi e protratti per un lungo periodo, consideranco che sono ancora in corso, hanno inevitabilmente provocato disagi alla viabilità con ripercussioni anche di carattere commerciale». Di tutti questi elementi, però, non si tiene conto quando ci sono gli eccertamenti e il sindaco evidenzia che, a tale proposito, «l’attività accertativa dell’amministrazione finanziaria è continuata secondo standard che paiono ancorati ad una situazione economica ante crisi, con un numero di accessi e verifiche decisamente elevato e, in particolare, con un utilizzo (almeno apparentemente) acritico dello strumento degli studi di settore. Questi ultimi, infatti, continuano a raggiungere un gran numero di operatori economici (non soltanto commerciali, ma anche artigianali, piccolo industriali, etc), rilevando differenze fra i ricavi dichiarati e quelli calcolati in base agli algoritmi statistici elaborati dall’amministrazione che, nella maggioranza dei casi, sono completamente svincolate dalla realtà, ponendo pertanto gli imprenditori raggiunti da tale tipo di accertamento nella paradossale situazione di dover giustificare livelli di produzione di ricavi che l’amministrazione ritiene non attendibili mentre, alla luce delle più sopra esposte circostanze, rappresentano il risultato di grandi fatiche per poter continuare a restare sul mercato».
Da qui, la richiesta finale del sindaco Romoli di sospendere gli studi di settore per la città di Gorizia in attesa di «un’attenta analisi che porti allo studio di correttivi tali da rendere lo strumento accertativo parametrico più aderente alla realtà e, pertanto, maggiormente equo».
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