Goriziana vince la scommessa e rilancia il settore spedizioni

Prima dell’allargamento a Est dell’Unione europea, il settore delle spedizioni rappresentava uno dei principali motori economici di Gorizia, poi i costi concorrenziali offerti dai nuovi Stati membri hanno portato a una vera e propria desertificazione. Oggi, all’esterno dell’area Sdag, in città sono rimaste solo poche realtà. Si contano sulle dita di una mano. Sono Gianesini, Winkler, Euroexpress e Goriziana, oltre alla veneta Codognotto. A resistere è stato solo chi è riuscito a reinventarsi. E tra chi è riuscito a farlo c’è proprio la Goriziana.
Nata nel 1957 come La Goriziana, la società di Sant’Andrea è stata costretta a ripartire da zero dieci anni fa. Un passo alla volta Simon Plesnicar e suo padre Ivan sono riusciti a rialzarsi e ora l’azienda dà lavoro a una decina di persone. L’obiettivo però è quello di creare nell’area da 15 mila metri quadrati di via Trivigiano - alla spalle del cimitero della frazione - un vero e proprio centro logistico alternativo.
Nel 1957 l’intera area era stata acquistata dalla società Silla Srl il cui proprietario era Alfonso Cossi. La società svolgeva l’attività di vendita e lavorazione di legname importato dalla Jugoslavia. Attività molto fiorente in quegli anni, ha poi subito i contraccolpi della crisi degli anni Novanta e ha chiuso. Tutta la zona è stata quindi suddivisa in lotti dove hanno trovato sede realtà diverse: trasportatori, spedizionieri, imprese edili, marmisti. Nel 2015 Goriziana ha acquistato un lotto di oltre 2 mila metri quadrati e recentemente ha ampliato i propri spazi acquistando dal primo gennaio il ramo d’impresa della società Gaudenzi Attilio. Con l’investimento di quest’anno la casa di spedizioni ora dispone di spazi per un totale di 9 mila metri quadrati. Oltre agli uffici Goriziana dispone di un parcheggio, di celle frigorifere, di magazzini a temperatura ambiente e cortili asfaltati dove può organizzare con comodità gli scarichi e ricarichi. «Era una zona in degrado di cui non si capivano gli sviluppi perché le attività qui continuavano ad aprire e chiudere», ricorda Ivan Plesnicar.
Nonostante la pandemia e tutte le problematiche connesse, i magazzini a temperatura ambiente e le celle frigorifere di via Trivigiano sono tutte piene. La domanda non manca. Vengono immagazzinate soprattutto bottiglie vuote provenienti dall’est e destinate a vari clienti in Italia. «Inizialmente l’attività principale era quella del trasporto; quella dei magazzini era secondaria, ma con il tempo è diventata altrettanto importante», notano i Plesnicar. In particolare Simon, amministratore della società, è fiero del rapporto creato con il gruppo vetrario Vetropak (terzo produttore di vetro cavo in Europa e fornitore di San Benedetto dal 1978).
«Negli anni d’oro, a Gorizia c’erano mille trasportatori - ricorda Ivan - poi con l’allargamento dell’Ue sono diventati non concorrenziali, soprattutto a causa degli alti costi degli autisti. Le aziende di trasporto sono sparite, ma è rimasta l’esperienza. Io ho cominciato a lavorare nel settore nel 1978 e ho sempre fatto questo. Ricordo il piazzale di Casa Rossa pieno di camion posteggiati. Chi è rimasto, oggi utilizza quel sapere al posto dei camion. Anche se lavoriamo con mezzi terzi, dobbiamo comunque soddisfare le esigenze dei clienti. Oggi la consegna è tassativa, ma non nell’ordine della giornata, nell’ordine dell’ora e per fare questo ci vuole un’organizzazione adeguata».
Il settore logistico di Gorizia era talmente importante che ancora negli anni Novanta esprimeva due rappresentanti all’Anita, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese di autotrasporto merci e logistica operanti in Italia e in Europa.
Oggi di quel mondo rimangono solo le ombre, ma quella realtà non è ancora completamente scomparsa e cerca di ripartire sfruttando gli spazi rimasti. Secondo un calcolo non ufficiale, il comparto vale ancora tra i 70 e 100 milioni di fatturato annui ed è ancora in grado di creare posti di lavoro. Goriziana ne è un esempio tangibile: 10 anni fa impiegava due persone oggi conta 7 dipendenti e due collaboratori esterni. E guarda al futuro con ottimismo. —
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