Grado, la Mula di Muggia divora la spiaggia: il mare è più lontano e avanza la palude

La denuncia dell’amministratore unico Git Lovato: «Fenomeno più marcato e veloce, bisogna intervenire»
Un'immagine scattata dall’alto con un drone mostra l’insabbiamento della spiaggia
Un'immagine scattata dall’alto con un drone mostra l’insabbiamento della spiaggia

GRADO. Preoccupa l’avanzata della Mula di Muggia verso la spiaggia principale, l’area sta diventando una palude e il mare arretra. Il primo tratto da Pineta fino a circa l’altezza del palazzetto dello sport è già diventato praticamente una sorta di piccola laguna dove non manca nemmeno la vegetazione. In particolari giornate di bassa marea le foto dall’alto fanno chiaramente vedere la situazione dimostrando che oramai si sta formando un banco esterno (dove, tra l’altro trova spazio anche l’area del Kitesurf) appena oltre il quale è possibile fare il bagno.

Visibilmente preoccupato l’amministratore unico della Git, Alessandro Lovato che è costretto a constatare il movimento di banchi di sabbia e fanghi verso il tratto gestito dell’arenile della spiaggia principale con una velocità superiore a quella del passato. Lovato cerca pertanto di sollecitare a prendere provvedimenti.

Proprio recentemente nel contesto del progetto Change We Care-Regione Fvg, un progetto Italia-Croazia, si è svolto il primo incontro – processo partecipativo sul tema di cui si è occupato direttamente Antonio Bratus del servizio geologico che ha curato anche un’indagine statistica fra i turisti e i residenti suddividendoli per provenienza. Fra gli italiani (169 intervistati) è emerso che il 46,5 per cento sono turisti mentre il 16,8 per cento lavora a Grado. Con fasce minori ci sono poi i residenti, i proprietari di seconde case, quelli che abitano nei paesi limitrofi, ecc. Fra gli intervistati di lingua tedesca (165 intervistati) la quasi totalità, il 96,2 per cento, sono turisti così come fra quelli di lingua inglese (38 intervistati) la maggioranza, il 94, 7% sono sempre turisti mentre la quasi totalità degli altri si trovava a Grado per lavoro.

Un’altra domanda di questo primo questionario era la richiesta su quale spiaggia la gente frequentasse abitualmente. Tra gli italiani, il 34,2% va nei campeggi, il 20,5 in Costa Azzurra, il 15,5% nella spiaggia principale il 9,9 per cento preferisce i banchi esterni (chiaro il riferimento soprattutto per il Banco d’Orio), il 9,9% non va nemmeno in spiaggia mentre gli altri sono suddivisi in minori percentuali nelle altre spiagge.

Tra quelli di lingua tedesca il 75,2 % sceglie i campeggi e il 9,1 % pineta mentre tra quelli di lingua inglese 81,6 per cento campeggi, 7,9 i banchi esterni e con poco di meno la spiaggia principale. Per il resto la Pineta.

Ma è indubbiamente sul banco della Mula di Muggia che arrivano le risposte più interessanti. Per il 70,1 per cento degli italiani la presenza della Mula di Muggia è, infatti, considerata un’opportunità, il 21 per cento ha detto di non conoscere l’argomento mentre per il 9 per cento è un problema. Per i turisti di lingua tedesca l’opportunità scende al 63 per cento, il 32,1 non conosce il tema e per la rimanenza è un problema mentre le percentuali di lingua inglese si discostano di poco da quelli dei turisti di lingua tedesca.

«Le opportunità ci possono essere – commenta l’amministratore unico della Git, Alessandro Lovato – come quella di creare una lunga passerella con uno-due chioschi di sosta fino ad arrivare al mare ma ciò che manca oggi è la progettazione. Se non si farà niente rischiamo che in poco tempo si impantani la spiaggia». La questione fondamentale secondo Lovato è che se non si riesce a creare un percorso condiviso e ragionato per i prossimi 10 anni sarà veramente un guaio: «ogni volta che si prende in mano questo argomento si discute e poi si dimentica… E stando così per la programmazione turistica ci affidiamo al buon Dio”. In ogni caso due sono le soluzioni di Lovato rispetto alla Mula di Muggia: o la si combatte o la si sfrutta». —

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