Grande Guerra, relitto di un pontone armato trovato nel golfo di Trieste VIDEO
TRIESTE Il relitto di un pontone armato della Regia Marina italiana risalente alla prima guerra mondiale è stato identificato nelle acque del golfo di Trieste, al largo di Grado, dal team della “Frontiera sommersa”, nell’ambito delle riprese per il nuovo documentario di Pietro Spirito e Luigi Zannini sul primo conflitto mondiale nell’Alto Adriatico prodotto dalla sede regionale della Rai.
Si tratta con ogni probabilità di un pontone della classe Lontra (o forse della classe Lupo, molto simile), pontone statico lungo 16 metri e solitamente armato con un cannone da 127/51 mm. Erano chiatte pontate per il trasporto carbone poi modificate nel 1917 all’Arsenale di Venezia e utilizzate per la difesa lagunare durante la guerra, in seguito radiate nel 1918.
Il relitto, che giace in un basso fondale all’imbocco del canale di Punta Sdobba, alla foce dell’Isonzo, e la cui posizione è nota da tempo ed è anche segnata sulle carte nautiche, era conosciuto come “la maona”. Ma la ricognizione prima tramite Side Scan Sonar e poi subacquea effettuata sul relitto, in parte smantellato e completamente ricoperto da conchiglie bivalvi, ha permesso di individuare chiaramente non solo la tipica forma esagonale dello scafo del pontone armato ma anche la base rotante dove era situato il cannone.
I pontoni armati della Regia Marina schierati lungo la linea del Basso Isonzo avevano lo scopo di difendere la costa e supportare le operazioni dell’esercito. Le batterie italiane a Punta Sdobba colpivano le posizioni austro-ungariche la cui portata arrivava sino al primo viadotto di Aurisina.
Dopo Caporetto tutta l’attrezzatura e la logistica della navigazione costiera e fluviale, e terrestre dei reparti d’artiglieria, dovette essere spostata indietro. Il 28 ottobre 1917 fu sgombrata Monfalcone e il 29 Grado. Non è escluso che il pontone posto a difesa di Punta Sdobba possa essere stato autoaffondato dopo essere stato disarmato.
“Questo – spiegano Spirito e Zannini – è l’unico relitto di cui si abbia notizia di un pontone armato di quella classe, ed è una delle rare testimonianze lasciate dal primo conflitto mondiale sui fondali del nostro golfo”. Il video e le riprese subacquee che documentano la ricognizione su relitto sono di Stefano Caressa.
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