Operaio travolto da un carrello elevatore a Monfalcone: rischia l’amputazione di un piede

Il 46enne è stato elitrasportato in ospedale. È il terzo grave incidente in Fincantieri nell’arco di quattro mesi

Tiziana Carpinelli
L'ingresso dello stabilimento Fincantieri lunedì 8 settembre. Foto Bonaventura
L'ingresso dello stabilimento Fincantieri lunedì 8 settembre. Foto Bonaventura

A soli dieci giorni di distanza dall’ultimo infortunio in Fincantieri, ancora un operaio che viene raccolto dal piazzale di Panzano per essere elitrasportato a Cattinara, vittima di un grave trauma al piede destro, finito schiacciato sotto la ruota di un carrello elevatore.

In meno di quattro mesi è il terzo ferito, appunto dopo il 39enne precipitato il 27 agosto da un’altezza di circa due metri nella “sfuggita” (un vano scale) al ponte 2 della Star Princess e il 57enne rimasto folgorato da una scarica elettrica di 690 volt, a bordo invece della Sea, il 14 maggio. Tutti e tre operai in servizio nell’appalto.

L’infortunio in riva E, oggi, lunedì 8 settembre, verso le 7.30, orario in cui si vedono sfrecciare ambulanza e automedica nello stabilimento monfalconese. Poco prima rimane ferito F.F., le iniziali del suo nome, un uomo di 46 anni, da compiere domani, 9 settembre, residente a San Canzian d’Isonzo. «Operaio di lungo corso», fa sapere la rappresentanza sindacale unitaria. Non un novellino, insomma.

Lo stesso vale per il collega di 58 anni, occupato nella medesima ditta, la Manià srl, una realtà storica nell’ambito della navalmeccanica, che si trovava in quel frangente alla guida del carrello elevatore, adibito al trasporto a bordo del materiale. Il muletto ha un’appendice, una sorta di secondo carrello per caricare la merce pesante. Una specie di rimorchio, figurativamente parlando. Ma è la ruota del carrello principale a investire il piede dell’operaio, infatti il mezzo viene trovato col carico dietro ruotato di 90 gradi, come se il muletto fosse impegnato in una manovra.

Tutta da ricostruire, comunque, la dinamica. Le cause dell’incidente al vaglio della competente autorità. Certo, invece, che quando l’infortunio si verifica F. F. è a terra, in piedi e con tutti i dispositivi di sicurezza, impegnato nel fornire le giuste indicazioni al mulettista per portare a termine l’operazione, mentre il collega più anziano, il primo a dare l’allarme per attivare i soccorsi, conduce il mezzo.

Sul posto, subito intervenuti, avviano le indagini i carabinieri del Nucleo radiomobile di Monfalcone e il personale ispettivo di Asugi, Struttura complessa di Prevenzione sicurezza negli ambienti di lavoro. L’area dell’infortunio in riva E, piazzale valutato poi dalle rsu come «libero e sgombero», anche per via della nave in consegna lì ormeggiata, viene immediatamente transennata.

Sull’accaduto si possono dunque solo fare ipotesi, senza escludere quella, in astratto possibile, di un errore umano. Qualcosa di dannatamente storto, comunque, è andato in quel trasporto col muletto. Forse una retromarcia non ben calcolata? Presto per dirlo: la ricostruzione spetta ad Asugi.

L’operaio ferito, fa sapere Fincantieri, riceve immediata assistenza, dopo l’infortunio, e viene trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Trieste per gli accertamenti del caso. Verso le 11, è sottoposto a un delicato intervento, per ridurre la frattura esposta all’arto. Non è in pericolo di vita, tuttavia il trauma è importante.

«Rischia l’amputazione», si sente dire in mattinata, complice un post social da ambienti politici. Nel frattempo l’azienda attiva, in collaborazione con le autorità competenti, «tutte le procedure previste dai protocolli di sicurezza». Fincantieri si unisce con «vicinanza e partecipazione» al lavoratore e alla sua famiglia.

I sindacati, per bocca di Andrea Holjar, delegato Uilm in rsu, reduci da riunione riferiscono che «manterranno alta l’attenzione sulla sicurezza», anche alla luce dei recenti accadimenti. È un periodo, questo, in cui in cantiere l’attività è febbrile, per l’imminente consegna del 20 settembre e la partenza della nave alle ultimissime fasi di allestimento, il successivo 26. «Siamo solidali con l’operaio infortunato – conclude Holjar – e vicini a lui e alla sua famiglia».

A quell’operaio che domani, purtroppo, arriva al traguardo delle 46 candeline in un letto d’ospedale. —

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