Grosse crepe in una casa accanto alle trivellazioni

Il “distacco” creatosi ieri fra due abitazioni o adiacenti, vicino al camino, è di circa tre centimetri. Evidenti crepe si sono formate anche nel garage. Questi danni sono stati rilevati ieri mattina da Alessandro Merluzzi, figlio della proprietaria, Claudia Rizzatti, di una villetta all’angolo fra riva Bersaglieri e via Tartini.
Merluzzi, che è un ingegnere civile, ipotizza che la causa di questa improvvisa inclinazione della casa sia stato il passaggio sotterraneo, in mezzo alla strada, a una dozzina di metri di profondità, di due tubature da 60 centimetri di diametro che collegheranno il pozzo di geotermia nell’area del retrostazione delle corriere, che non è ancora ultimato, con quello già esistente nella spiaggia della Costa Azzurra. Tubature che sono passate, sempre alla medesima profondità, anche sotto il canale del porto e sono già giunte sino in via Tasso.
I vigili del fuoco accorsi sul posto hanno precauzionalmente delimitato l’abitazione di via Tartini, ma dopo le verifiche hanno stabilito che al momento non sussistono problemi di sgombero per le due persone che vi abitano.
«I tecnici comunali - spiega l’assessore Riccardo Ronchiato - stanno valutando la situazione poiché al momento non è possibile stabilire se sia stato proprio il passaggio delle tubature a causare il problema. Stiamo apponendo dei vetrini che saranno utili per capire l’evoluzione dei cedimenti».
La causa potrebbe ad ogni modo essere totalmente diversa. I condòmini dell’edificio di riva Bersaglieri, dirimpettaio della villetta ma oltre il canale del porto, la notte scorsa hanno sentito strani scricchiolii e ieri mattina si sono accorti di piccole fessurazioni. Proprio a quell’ora, poco prima dell’una di notte, è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 2,7 con epicentro a Tolmino, nella valle dell’Isonzo. Tutte le ipotesi vanno dunque valutate, anche perché non è escluso che qualche fessura possa essersi formata a suo tempo.
L’ipotesi più accreditata al momento è che la causa sia da legare al passaggio sotterraneo delle tubature. «Abbiamo completato l’intervento di perforazione orizzontale, con il posizionamento delle due tubature da 60 centimetri che servono da camicia per quelle dell’acqua, già una decina di giorni fa. Le stesse tubature sono state chiuse in attesa della conclusione della perforazione verticale», spiega il direttore dei lavori, ingegner Eugenio Capelli, precisando che la moderna metodica utilizzata sinora non ha mai causato inconvenienti.
Fermi restando i dubbi sulle cause, le crepe a ogni modo ci sono ma al momento non sono preoccupanti. Nel caso le ragioni fossero da attribuire proprio alle tubature, a rispondere dei danni sarebbe ovviamente la ditta che realizza il progetto sulla geotermia.
Intanto la perforazione del secondo pozzo prosegue regolarmente, con risultati molto buoni. Sono già stati raggiunti i 1.010 metri di profondità, sul “tetto” di calcare in mezzo al quale c’è l’acqua calda. Quella trovata ha una temperatura di 45 gradi, superiore a quella trovata in Costa Azzurra. Ma c’è da scendere per ulteriori circa 150 metri, con la speranza che la temperatura dell’acqua sia superiore a quella attuale.
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