Hannibal cerca partner per rilanciarsi

Non è finito il sogno dell’Hannibal, è stato il primo Marina italiano realizzato in un porto naturale nel lembo più a Nord del Mediterraneo. Ed ora dopo i fasti come sito del Centro federale della vela e la crisi che lo ha colpito come tante altre strutture, ora punta a ridiventare un modello per il mondo della vela e della nautica.
Carlo Luca Cazzaniga, proprietario e presidente, però non vuole più “sognare” da solo «finora mi sentivo immortale - scherza - ora che ho appena compiuto 79 anni so che immortale non sono, ma vorrei comunque partecipare ancora a questo sogno e allo stesso tempo alleviarmi i problemi gestionali» e sta cercando un “partner” per rilanciarlo.
Bisogna terminare i progetti che si erano immaginati Sergio Sorrentino e realizzati in parte dall’architetto Carlo Mangani: un Marina con cantiere anche per grandi barche, annesso villaggio turistico e una zona per il polo sportivo. «È un progetto ambizioso - spiega Cazzaniga srotolando rendering, confortato dall’ingegner Sergio Lapo, ex presidente Svoc che ora è il suo braccio destro a livello locale - ed è per questo che sto cercando un partner adeguato che voglia partecipare all’avventura». Cessione di quote, partecipazione all’investimento anche come puro business nel campo immobiliare. Alcune trattative sono già in corso: «Ho diversi interlocutori - ammette il presidente - danarosi e interessati, ci sono trattative, ma ancora nessuna lettera di intenti».È stato già approvato il piano di attuazione comunale e il progetto è imponente: si punta a costruire edifici per 32mila metri cubi di cui 24mila alienabili. Una sessantina di alloggi da 55 mq ciascuno e oltre 14 da 100 mq. «Come succede nel golf dove chi è appassionato va a cercare casa a fianco del campo, offriamo dei residence di proprietà a chi ha la barca nel marina» spiega Cazzaniga. Accanto al villaggio turistico c’è in ballo una piscina, la foresteria e dei locali per l’invernaggio per vele e attrezzature e soprattutto un nuovo capannone per il rimessaggio delle grandi barche Dall’altro lato dell’Hannibal il polo sportivo con il Centro federale di vela e gli alloggi per i ragazzi.
Cazzaniga ha rilevato la totalità delle quote nel 2006, ha investito già 8 milioni di euro per aumentare il numero di posti barca (da 300 a 400), nel 2011 ha rinnovato anche la concessione per altri 33 anni delle aree demaniali e ha messo in bilancio altri 3milioni e 600mila euro di investimenti. «Ne abbiamo spesi circa la metà - spiega - per realizzare la nuova banchina per yacht da 40 metri, un bacino di alaggio largo 10 metri per imbarcazioni da 300 tonnellate e un travel lift per sostenere il loro peso, abbiamo sistemato i piazzali completamente infrastrutturati con i servizi».
Mancano da spendere poco meno di 2 milioni per altre opere a terra, ma Cazzaniga è già pronto con il lotto del terreno con tanto di progetto approvato per il villaggio turistico. «Se viene qualcuno che vuole fare business sono pronto a venderlo, basta che mi offra a 3 milioni e mezzo» dice scherzando. Ma in realtà non ha alcuna intenzione di svendere, ci tiene troppo. Anche se ora trovare un partner è diventata una necessità dopo la crisi economica mondiale che sta durando da 6 anni ed è stata peggiorata nel settore nautico dalla manovra Monti che ha fatto scappare le barche all’estero. Ha pesato anche sull’Hannibal che ora si è ristretto a 14 dipendenti, ma che per fortuna ha smesso di perdere e ha i bilanci che pareggiano a circa 3milioni di euro. «Ma per sognare davvero bisogna rilanciare questo luogo - chiude Cazzaniga - finire di realizzare il progetto e portare il giro di affari ad almeno 5-6milioni di euro».
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