«Ho battuto l’anoressia e sono rinata»

L’anoressia nervosa sta diventando la malattia del secolo e una delle prime cause di morte tra i 14 e i 30 anni. I disturbi dell’alimentazione sono sempre più frequenti in Italia e interessano più di 2milioni di giovani.
Al liceo scientifico “Duca degli Abruzzi” di Gorizia si è parlato di anoressia durante l’assemblea d’istituto di gennaio. La psicologa psicoterapeuta Patrizia Corbellini e la biologa nutrizionista Raffaella Cattaruzzi hanno illustrato i meccanismi e le problematiche della malattia, ma accanto al punto di vista scientifico era necessario portare una testimonianza diretta. Grazie al loro aiuto ho ripercorso un’esperienza durata due anni, spiegando a tutti cos’è l’anoressia e il modo migliore per uscirne.
L’anoressia nervosa è una malattia prevalentemente psicologica che porta ad un calo dell’appetito e, di conseguenza, ad un forte dimagrimento di cui si perde il controllo. Così le ossa diventano sporgenti, sotto gli occhi di tutti. Lo sguardo diventa assente e spento e gli occhi tristi.
Ma con il fisico cambiano anche l’animo, la mentalità e il comportamento e si provano dei sentimenti che non si riescono a controllare e talvolta nemmeno a capire. Ci si isola completamente da tutto e da tutti e nasce quasi un rifiuto a voler vivere, con pianti e disperazione. È una situazione quasi inspiegabile, anche per chi la sta vivendo e uscirne sembra davvero impossibile. Come si odia l’anoressia, così la si ama, perché ci si sente inspiegabilmente protetti, ma anche costretti e avviliti. Mangiare è un’azione paurosa, che crea ansia e sensi di colpa; l’attività fisica diventa una fissazione incontrollata.
Così passa il tempo e si perdono giorni e anni, amici, risate, svago; anche la scuola: tolta per cinque mesi. Si è imprigionati nei propri problemi, non ci si dà nessun tipo di libertà. Tutto questo lo si detesta, ma allo stesso tempo diventa parte della propria vita. Un corpo così magro comporta molti disagi. Le ossa sporgenti in primis. Quelle ossa per le quali non si riesce a stare seduti per il dolore e che tutti osservano, perché prive di carne attorno. Succede spesso di svenire, a me è capitato per l'abbassamento dei battiti cardiaci, che sono arrivati addirittura 40 al minuto.
Uscire da questa malattia è molto difficile, ma non è impossibile.
Il modo più efficace e sicuro per liberarsi dell'anoressia è quello di chiedere aiuto ad esperti. Da soli è praticamente impossibile. Io, anche se dopo tanto tempo, tante sedute con le dottoresse, molti farmaci, infiniti day-hospital, innumerevoli pianti e abbattimenti morali, ma una famiglia sempre vicina, adesso sto bene. Quel traguardo che tanto pensavo irraggiungibile l'ho raggiunto. Se ripenso a quello che ho passato, a come ero, a cosa facevo e a cosa pensavo, tutto mi sembra impossibile, inspiegabile e assurdo, non ero io. Adesso sono finalmente tornata me stessa, allegra e attiva, e per nessun motivo tornerei indietro.
Uscirne quindi non è impossibile. Tutti possono farcela se lo vogliono veramente e si accetta di essere aiutati, anche con qualche piccola sconfitta, ma così per imparare, capire, agire, lottare e vincere questa battaglia. Io ce l’ho fatta, sono rinata, anzi, sono nata due volte!
Carolina Ricci
III C Liceo scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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