“Home care”, l’assistenza si fa in casa

Per i tanti anziani non autosufficienti che vivono soli parte un nuovo progetto pubblico per l’assistenza domiciliare, finanziato dall’Inps - Gestione Dipendenti Pubblici con l’adesione del Comune e dell’Azienda Sanitaria. Si chiama “Home care Premium”, è rivolto a pensionati e dipendenti pubblici iscritti alla gestione ex Inpdap e ai loro familiari, e cerca di ovviare a quanto già denunciato su questo giornale, ovvero che secondo i dati raccolti da Spi Cgil il Friuli Venezia Giulia è la regione con il più alto tasso di anziani istituzionalizzati, cioè ospitati da case di riposo, principalmente private: un vero e proprio «business» per gli operatori di questo settore, vista l’età media della popolazione che risiede nella città giuliana.
“Home care premium” - sottolinea l’assessore comunale alle politiche sociali Laura Famulari - si aggiunge agli altri progetti già attivi che mirano a promuovere l’autosufficienza e lo sviluppo della domiciliarità per gli anziani che vivono soli. Sono infatti 4.728 gli anziani presi in carico dal Comune con varie forme d’intervento, di cui 712 che usufruiscono del servizio domiciliare, 1.005 del Fap (Fondo autonomia possibile) e 419 ospitati in case di riposo comunali, mentre 444 si avvalgono di contributi per il pagamento delle rette alle strutture che li alloggiano».
Per saperne di più, sul progetto “Home care premium”, sarà avviato un nuovo sportello informativo dedicato in via Mazzini 25, presso gli uffici dell’area sociale del Comune, operativo il giovedì mattina dalle 10 alle 12 per questo mese, e da maggio il martedì e il giovedì mattina dalle 10 alle 12, ma si potranno ricevere informazioni anche nei punti unici integrati. Oltre agli anziani non autosufficienti residenti a Trieste, potranno accedere a questo servizio anche i minori e gli adulti in condizione di disabilità. Ampio spazio sarà dedicato alle fasi d’informazione, consulenza e formazione dei familiari e dei care givers, per poi coinvolgere anche le risorse sociali del terzo settore, come le associazioni di volontariato. «Per l’Inps questo progetto è uno strumento messo a disposizione dei comuni virtuosi nell’ambito delle politiche sociali – spiega Mara Nobili della Direzione regionale dell’Inps - Gestione Dipendenti Pubblici -: per Trieste stanzieremo centomila euro».
Un ulteriore contributo, variabile da 250 a 5.250 euro, verrà riconosciuto al Comune per ogni soggetto assistito, per l’erogazione di servizi quali l’accoglimento nei centri diurni, trasporto e consegna dei pasti a domicilio, la dotazione di ausili o strumenti di domotica. Un contributo economico diretto, a carico dell’Inps, sarà inoltre erogato alle famiglie, variabile da 200 a 1.300 euro al mese, sulla base dell’Isee e del bisogno assistenziale del soggetto. A sostenere il progetto è il Fondo Credito e Attività sociali ereditato dall’Inps a seguito della fusione con l’Inpdap, alimentato dal prelievo obbligatorio dello 0,35% sulle retribuzioni del personale delle pubbliche amministrazioni e, su base volontaria, sulle pensioni di ex dipendenti pubblici.
Giulia Basso
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