I furbetti dei lotti agricoli convertiti a uso turistico con i contratti di usufrutto
AMBIENTE
L'abitato di Valbandon è teatro dell'ennesimo marchingegno immobiliare usato in Istria per cambiare destinazione d’uso a lotti di terreno agricoli sfruttando qualche buco nella legislazione croata. Il caso è stato sollevato dal quotidiano Glas Istre dopo che le ruspe sono entrate in azione per livellare e spargere la massicciata su un lotto agricolo di 7 mila metri quadrati ceduto dal proprietario a 18 cittadini sloveni per 267.000 euro. Non si è trattato di vendita ma della formula «usufrutto per la vita», usata per aggirare il divieto - vigente in Croazia fino al 2023 - di vendere lotti agricoli a cittadini stranieri. C'è da credere che dopo il 2023 arriverà un contratto di compravendita. Secondo uno scenario già visto altrove, il lotto sarà ripartito tra i 18 acquirenti che vi collocheranno le mobil home popolari in Istria, come seconda casa o da affittare ai turisti. Quanto all’allacciamento ad acqua e luce, vige l'arte di arrangiarsi.
«Di questo scempio ambientale - dice Radomir Korac, sindaco del Comune di Fasana (Valbandon ne fa parte) - sono responsabili tutti, il proprietario, gli acquirenti e gli avvocati che hanno steso i contratti. Io ho già inviato le guardie comunali per una verifica e il danno più grande finora è il frazionamento del terreno: non sarà più coltivabile». In Croazia si sta preparando la legge sul divieto di frazionamento di aree agricole in lotti minori, ma oggi tutto è lecito. Secondo l'avvocato Dino Cekada, quanto accade a Valbandon contrasta coi piani regolatore e ambientale. Duro il governatore dell'Istria, Boris Miletić: «Stiamo per assistere a un altro esempio di abusivismo edilizio. La tutela dell'ambiente è una delle priorità della Regione e ho più volte denunciato il problema ai ministri e al premier Andrej Plenković. Occorre introdurre multe salatissime e procedere penalmente contro i trasgressori. Il governo croato - così Miletić - spende miliardi di kune per l'acquisto di velivoli militari a tutelare lo spazio aereo, ma fa poco o nulla per proteggere il suolo». —
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