I gemelli d’oro della mountain bike: «Il Carso e l’Isonzo circuito ideale»

Un giorno, chissà, dopo aver conquistato titoli e medaglie lungo i sentieri di mezzo mondo, trasmetteranno la passione per le “ruote grasse” a nuovi piccoli talenti in una grande arena dedicata alla mountain bike disegnata sui saliscendi attorno a Gorizia. Per ora è un sogno lontano, ma non un qualcosa di così irrealizzabile, per Luca e Daniele Braidot, i due gemelli “terribili” del ciclismo fuoristrada goriziano.
Classe 1991, sono di Mossa, ma sono cresciuti sportivamente nella società goriziana Unione ciclisti Caprivesi, e oggi che gareggiano per i Carabinieri sono colonne portanti della nazionale di mountain bike. Nel loro ricco palmares brillano ad esempio i titoli di campione italiano di cross country (che Luca ha conquistato proprio a Gorizia nel 2014, e Daniele si è preso nel 2016 a Courmayeur), ma anche le medaglie di vicecampione europeo individuale e di campione europeo nella staffetta che Luca ha colto in un 2018 per lui straordinario. Successi, questi, nati per i due Braidot sulle strade e sulle colline di casa. «Sicuramente questa terra è molto adatta allo sport della bicicletta – dicono –, come dimostra anche l’altissimo numero di appassionati. Ci sono tantissime tipologie di terreno, in pochi chilometri si passa dai sassi del monte Sabotino o del Carso alla terra battuta del monte Calvario, fino ai terreni sabbiosi delle rive dell’Isonzo. Si possono trovare percorsi di ogni genere e difficoltà».
L’amore per l’Isontino di Luca e Daniele va però ben oltre la semplice pratica sportiva, ogni volta che si trovano in giro per il mondo per gare o allenamenti non vedono l’ora di tornare, e, assicurano, «rimarremo qui anche una volta finita la nostra attività». Eppure un luogo così affascinante, spiegano i due campioni della mountain bike, è ancora troppo poco conosciuto. La sua valorizzazione, allora, potrebbe passare anche dallo sport. «Quel che possiamo dire, parlando dell’attività che pratichiamo e che conosciamo meglio, è che sarebbe necessario curare un po’ di più i boschi e i sentieri della nostra zona – spiegano Daniele e Luca Braidot –, attrezzandoli in modo da renderli più facili da percorrere e attrattivi per gli appassionati della mountain bike. Sarebbe una grandissima idea, poi, realizzare un circuito o un’area attrezzata appositamente per il ciclismo fuoristrada: in altre regioni d’Italia esistono già strutture del genere ed hanno veramente un grande successo. Un luogo dove potersi trovare e allenare in sicurezza rappresenterebbe un incentivo per i moltissimi giovani che oggi si avvicinano alla mountain bike».
Intanto però non sarebbe una cattiva idea anche aumentare attenzione e riguardi a tutti i ciclisti, non necessariamente sportivi o agonisti. «In Italia purtroppo da questo punto di vista siamo molto indietro rispetto ad altri paesi europei, come Belgio e Olanda tanto per fare degli esempi – concludono i gemelli –. Ma un po’ alla volta le cose stanno migliorando, e ad esempio nella nostra Mossa negli ultimi anni sono state realizzate le piste ciclabili del Preval che sono sempre frequentatissime». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo