I gestori: «Furti in piscina siamo noi le prime vittime»

Martina Gratton: «Dispiaciuti per quanto successo. Non possiamo mettere telecamere ma ci sono cartelli che consigliano gli utenti a non lasciare incustoditi oggetti preziosi»
Di Marco Bisiach

«Siamo dispiaciuti per chi ha subito un furto, ma noi per primi siamo vittime di questa situazione. Ed è per questo che diamo ai nostri utenti la possibilità di adottare tutti gli accorgimenti possibili per evitare spiacevoli episodi». Così la Gorizia Nuoto, attraverso le parole della vicepresidente Martina Gratton, torna sul tema dei furti negli spogliatoi della piscina comunale di via Capodistria subiti da alcuni utenti, l'ultimo dei quali (un giovane ha visto sparire il suo giubbotto con all'interno soldi e documenti) proprio l'altro giorno.

Un fenomeno, questo, che non è certo una novità, e non solo in piscina. Da che mondo è mondo capita purtroppo che un po' ovunque ci sia un gran passaggio di persone spariscano ogni tanto portafogli, cellulari o persino biciclette. E in tal senso gli spogliatoi delle strutture sportive rappresentano il "terreno di caccia" ideale per i furbetti, visto che per una questione di privacy si tratta di luoghi impossibili da monitorare. Ecco perché all'ingresso della piscina, così come nei pressi degli spogliatoi delle palestre, sempre più spesso anche a Gorizia compaiono cartelli che invitano "caldamente" gli utenti a non lasciare nulla di incustodito nelle aree comuni. «Siamo consapevoli che questi problemi e questi episodi esistono - dice Martina Gratton -, e al tempo stesso siamo ovviamente dispiaciuti per chi subisce un furto, anche perché noi indirettamente come struttura ne siamo le prime vittime. Ma proprio per questo, da tempo ormai, all'ingresso e nei pressi degli spogliatoi abbiamo collocato in bella vista dei cartelli che ricordano a tutti di non lasciare oggetti incustoditi all'interno dei locali dove ci si cambia». Dove, per la legge sulla privacy, non è possibile collocare le telecamere di videosorveglianza, che invece riprendono ad esempio quanto succede nei corridoi o nell'atrio d'ingresso. E le immagini sono sempre a disposizione delle forze dell'ordine, se richieste. «Non basta - continua Martina Gratton -. Le scolaresche, come quella del giovane a cui è stato rubato il giubbotto, sono seguite dai docenti che raccolgono documenti, soldi, telefonini e oggetti di valore dei loro studenti e l i tengono con loro in un'apposita busta, e per tutti gli utenti abbiamo una serie di armadietti che si possono chiudere con dei lucchetti: chi li ha li porta da casa, gli altri possono acquistarli per pochi euro all'ingresso, o persino chiederli in prestito se non vogliono affrontare la spesa. Senza contare che spesso e volentieri chiudiamo un occhio senza problemi se qualcuno ci chiede di portare a bordo vasca un borsone. Insomma, non è il caso di fare allarmismi, i furti purtroppo capitano in ambienti così affollati, ma per evitarli è sufficiente prendere qualche accorgimento». Lo stesso suggeriscono sempre di fare anche molti gestori delle palestre goriziane, dove il problema dell'impossibilità di vigilare adeguatamente sugli spogliatoi è il medesimo. «Fortunatamente episodi spiacevoli non sono mai accaduti da noi - spiega Rossella Ardessi, della palestra "Sporting 110" -, ma suggeriamo sempre ai clienti di lasciarci in custodia cellulari o altri oggetti di valore, in modo da non avere preoccupazioni». «Abbiamo sistemato anche noi avvisi all'ingresso - dice Gianni, della palestra Ghost's House -, e predisposto degli armadietti con la chiave. Negli spogliatoi, con tutto il via vai di persone, non è mai sicuro lasciare i propri effetti personali».

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