I residenti di via Tigor: «L’ex carcere va salvato»

Il comitato vuole evitare demolizione e trasformazione in parcheggio multipiano Al momento tutto fermo. Il Comune: nessuna offerta per la vendita dell’immobile
Lasorte Trieste 27/01/2021 - Via Tigor 6
Lasorte Trieste 27/01/2021 - Via Tigor 6



Rovina il sonno dei residenti di via Tigor la destinazione a parcheggio a più piani che il nuovo Piano particolareggiato del centro storico (Ppcs) riserva all’ex carcere sistemato alla radice di quella salita che poi si inerpica verso San Vito. Quell’immobile ormai fatiscente è inserito da anni nel piano delle alienazioni del Comune. È in vendita con una base d’asta di 505 mila euro. Nel 2006 era stata ventilata la trasformazione in un albergo, ma il progetto è tramontato. Il Comune acquistò lo stabile nel 1848 destinandolo a Imperial Regia Casa degli arresti per gli uomini, dal 1856 agli arresti civici temporanei. Successivamente fu adibito a carcere femminile, nel 1931 a carcere militare, e successivamente fino al 1954 carcere del Governo Militare Alleato, diventando poi centro di accoglienza per sfrattati. Fino a 25 anni fa è stato inoltre utilizzato dalla Nettezza urbana, e poi dismesso.

Lo scorso mese di dicembre, passando al setaccio il nuovo Ppcs, l’ambientalista Paolo Radivo ha scoperto che si autorizza la demolizione dell’ex carcere, destinandolo ad autosilo a più piani, anche interrati. Insomma, le premesse ci sono, ora serve un’impresa che decida di acquistare l’immobile e costruire il parcheggio. Radivo che ora ha presentato dettagliate osservazioni al Comune, ha informato della questione i residenti della zona. Gli stessi che nel 2011 si erano riuniti in un Comitato raccogliendo 1.400 firme per osteggiare la costruzione di un parcheggio in via della Cereria. Così si è formato un fronte comune. «Invece di svendere l’attuale rudere a privati, che ci guadagnerebbero costruendovi un autosilo, perché il Comune – si chiede Radivo – non lo restaura, come ha fatto con il corpo di fabbrica adiacente, destinandolo a deposito librario della biblioteca civica o comunque a funzioni bibliotecarie, museali e culturali, rendendo fruibili alla cittadinanza la corte alberata e l’ex giardino pubblico?». «Una fonte di finanziamento – aggiunge – potrebbe essere il Pisus».

«Quando contrastavamo il progetto del parcheggio di via della Cereria, il geologo parlava di vene d’acqua, pozzi nel sottosuolo – ricorda l’architetto Pietro Dadalt – mettendo in evidenza i possibili problemi statici per gli edifici circostanti: un discorso che vale anche per questo progetto». «Come residenti siamo preoccupati – ammette la presidente del comitato Cinzia Stefanucci – e ci chiediamo perché il Comune abbia abbandonato quell’immobile relegandolo in classe 4». «Siamo stufi del mancato coinvolgimento dei cittadini – dichiara Lorena Buttò –. Dobbiamo sempre guardarci le spalle perché ormai nella progettazione di una città l’umano è uscito di scena». «Da sette anni partecipo a tutti gli incontri del comitato con i diversi assessori, e non ci hanno mai anticipato questa volontà», dichiara Valeria Bellinaso.

L’assessore al Patrimonio Lorenzo Giorgi, ricordando che quell’edificio «è nel piano alienazioni da decenni», anticipa la sua disponibilità ad incontrare il comitato. «Ad oggi non ho mai ricevuto manifestazioni di interesse in merito – precisa – e io mi devo limitare a gestire la vendita di un immobile incluso nel piano vendite. Se qualche mio collega di giunta avesse un progetto per quegli spazi trovando come finanziarlo beata l’ora». A rassicurare i residenti è anche il sindaco Dipiazza: «Sono venti anni che ne parliamo – osserva – e non si trova una soluzione per quell’edificio: purtroppo ogni volta che si tocca un immobile, si finisce per scontentare qualcuno. Per ora non ci sono proposte di acquisto e, quindi, ai residenti dico che possono dormire sonni tranquilli». –



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