I tesori di San Pietroburgo in vetrina al Magazzino 26

A fine estate, dopo la rassegna su Nereo Rocco, in Porto Vecchio una grande mostra dedicata alla storia della città sulla Neva con pezzi dall’Ermitage e dal Museo navale russo
Silvano Trieste 30/10/08 Porto di Trieste, Magazzino 26
Silvano Trieste 30/10/08 Porto di Trieste, Magazzino 26

 

“San Pietroburgo a Trieste: la città, il porto, la marina, l’impero”. Potrebbe essere questo il titolo della mostra che il Magazzino 26 di Porto Vecchio ospiterà indicativamente tra settembre e novembre. Una rassegna che riannoda e concretizza le relazioni culturali intrecciate negli anni tra due poli - San Pietroburgo e Trieste appunto - in qualche modo vicini tra loro. L’una la città più occidentale di Russia, l’altra la città più orientale d’Italia. L’una fondata dallo zar Pietro il Grande all’alba del Settecento quale finestra affacciata sull’Ovest, l’altra resa ricca e cosmopolita dal regime di Porto franco che l’imperatore Carlo VI le conferì. Città-porto, entrambe. Sono questi i fili rossi che il progetto punta a evidenziare. Attraverso la collaborazione tra Comune e due musei-simbolo della città edificata sul delta della Neva: il grandioso Ermitage e il Museo navale centrale. Proprio da queste due istituzioni arriveranno a Trieste dipinti, documenti, oggetti, modelli che andranno a costruire il percorso espositivo da allestire - questo l’orientamento - al piano rialzato del 26, quello che già presenta un adeguato impianto di climatizzazione.

Con l’arrivo di San Pietroburgo in Porto vecchio prende così forma definita l’estate culturale del Magazzino 26, che dopo la mostra dedicata a Nereo Rocco (da metà maggio a fine luglio) ospiterà l’altro evento della stagione. Quello su cui, assieme al Salone della ricerca scientifica Next, il Comune investirà quest’anno la maggior parte delle proprie risorse. Il progetto espositivo è in fase di costruzione: si attende che giunga entro fine mese dagli esperti dell’Ermitage, che di recente hanno fatto un sopralluogo a Trieste. A recarsi in Porto Vecchio e a incontrare tra gli altri Maria Masau Dan, direttrice del Revoltella e dei musei civici che il sindaco Roberto Cosolini ha designato a “interfaccia” per il Comune, c’erano anche Irina Artemieva, responsabile dell’Arte veneta custodita all’Ermitage nonché codirettrice della Fondazione Ermitage Italia (inaugurata nel 2007 a Ferrara con l’obiettivo di avviare, da parte dell’istituzione russa, una presenza stabile nel nostro Paese); e Andrei Lyalin, direttore del Museo navale. Assieme a loro Maurizio Cecconi, anima della Villaggio globale international, società partner dell’Ermitage in Italia, nonché segretario della Fondazione Ermitage Italia. Cecconi, come racconta lui stesso, è al lavoro in questi giorni con gli esperti dell’Ermitage e del Navale «del quale - racconta dalla Russia - è stato da poco finanziato lo spostamento dal palazzo vecchio della Borsa a un nuovo edifio nel centro di San Pietroburgo, con un investimento che sfiora i 100 milioni di dollari».

Quanto a Trieste, si diceva, le linee progettuali sono definite. La mostra - annota Maria Masau Dan - «sarà incentrata su un periodo storico che va dalla metà del Settecento fino al 1918. La storia del porto di San Pietroburgo verrà narrata attraverso due tipi di materiali. Modelli, documenti, oggetti proverranno dal Museo navale. Vi si affiancheranno i dipinti dell’Ermitage, tra i quali una serie di ritratti degli zar e di altre figure rilevanti per la storia della città russa». Ricorrente il tema delle relazioni con Trieste e l’Italia dal tempo di Pietro il Grande; si farà spazio ai legami con più porti, da Venezia a Livorno. «L’offerta che ci è stata fatta è piuttosto generosa, c’è la disponibilità a inviare a Trieste dei pezzi preziosi», commenta Masau Dan.

«Impegneremo nella mostra quanto sarà possibile - interviene il sindaco Roberto Cosolini - e quando avremo il progetto chiederemo sostegno anche agli altri enti. Cerchiamo sponsor privati, ma ci aspettiamo un buon risultato sul fronte dello sbigliettamento. Per il suo valore storico e artistico, e per la stagione adatta al turismo culutrale in cui la mostra verrà effettuata, pensiamo che la rassegna possa avere un buon risultato anche in termini di rilancio in chiave turistica». E poi, chiude Cosolini, «la rassegna potrebbe essere l’occasione per mostrare in parte, in anteprima, magari in un’altra ubicazione, l’archivio del Lloyd triestino di cui il Comune ha completato la catalogazione». Un altro tesoro da riscoprire, e far riscoprire.

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