I tifosi del puma: «Baggio, resta a casa»

Altro che “forza Baggio”. A scatenarsi sono i tifosi del puma. Solo l’ipotesi che l’ex idolo delle folle calcistiche possa scambiare Grado e la Bassa per una riserva di caccia grossa e magari venga a freddare il grosso felino che, si suppone, sta imperversando nella zona, ha mobilitato un fronte animalista che mette in guardia il “divin codino” «da un’azione che potrebbe portarlo davanti a un giudice». Un’azione da cartellino rosso. Giù le mani dal puma, dunque, Roby nazionale. Il felino va catturato al massimo con reti o pallettoni al cloroformio. Nessuno si azzardi a parlare di caccia grossa.
La disponibilità di Baggio a partecipare a una battuta al puma in zona, insomma, non è passata sotto traccia, anche se in effetti l’ex calciatore, che da sfegatato cacciatore conosce bene le norme di tutela della fauna selvatica in Italia, si è finora limitato a parlare di cattura dell’animale.
La notizia però ha fatto presa, tanto che se n’è occupato perfino un eurodeputato dell’Idv, Andrea Zanoni, vicepresidente dell’intergruppo sul “Benessere degli animali” al Parlamento europeo: «Il puma è un animale esotico, non contemplato tra le specie cacciabili - ha detto -. Certamente la notorietà di Baggio non esenta quest’ultimo dall’osservanza delle leggi, che valgono per tutti. Sparare a un animale, a maggior ragione raro come il puma, è un atto incivile che avvenga in Italia o in Argentina. Anni fa, in una libreria mi era capitato di sfogliare un libro di Baggio e mi si è raggelato il sangue nel leggere le emozioni descritte nel togliere la vita a un malcapitato puma. Se Baggio ama tanto le terme di Grado, è meglio che vada in Friuli per la tintarella, lasciando perdere le catture non autorizzate di animali selvatici. Anche se ritengo improbabile che un puma scorazzi per il Friuli Venezia Giulia. Credo piuttosto che questa volta sia proprio Baggio a essere diventato preda, cadendo nella trappola di qualche buontempone estivo».
Ma è anche Paola Barban, architetto ed esponente del Wwf, a prendere le difese del puma e a mettere la mani avanti sulle intenzioni di Baggio: «Faccio appello - ha detto - al presidente della Provincia Gherghetta, sempre molto attento alle questioni ambientali del nostro territorio, poiché ha competenze in materia di cura e accoglienza della fauna selvatica. Al presidente chiedo un intervento della Provincia di Gorizia affinché la questione venga al più presto affrontata nei tavoli tecnici per verificare la reale presenza presso Fossalon del felino, se realmente esiste, e nell’eventualità si attivi per la messa in sicurezza dell’animale».
Ma anche Paola Barban ne ha per il “codino”. «Nella sua fazenda argentina da 10mila ettari - ha aggiunto - l’ex numero 10 della Nazionale si allena ad uccidere animali. Tra le prede più ambite pare rientrino proprio i puma. Forse, Baggio ha pensato di essere titolare di una sorta di licenza di uccidere, da quando gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Grado nel 2000. Ha commesso, invece, fallo da espulsione. Tanto più da devoto buddista come ha sbandierato ai giornali quando ha abbracciato la religione orientale nel 1988, ignorando uno dei precetti fondamentali: non uccidere altri esseri senzienti».
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