I “verdi”: da Falesie protette benefici anche economici

Una lunga lista di associazioni ambientaliste sollecita l’approvazione rapida del regolamento della Riserva naturale: «Ci sono già limiti entro i 30 metri»
Di Tiziana Carpinelli

DUINO AURISINA. Le associazioni ambientaliste fanno quadrato sulle Falesie e sollecitano l'amministrazione Kukanja ad approvare, sic et simpliciter, le norme del nuovo regolamento per la gestione della Riserva naturale, istituita nel 1996 e da allora in attesa di disposizioni attuative.

L'istanza intende corroborare le stringenti limitazioni imposte a barche, canoe e nuotatori: emerge in un lungo comunicato elaborato nei giorni scorsi da Lipu, Wwf, Lav, Lac e Legambiente (circoli “Verdeazzurro” e monfalconese). Cofirmatarie le associazioni Studi ornitologici e ricerche ecologiche del Fvg (Astore) e Canoa Kayak Friuli (Ckf). Il regolamento da approvare – ricordano i sodalizi “verdi” - prevede, tra le altre norme spesso comuni alle riserve naturali, il divieto di accesso e navigazione a qualunque mezzo (a motore e non) in una fascia "A" ampia 60 metri dalla linea di costa, per la lunghezza di 1,8 chilometri; mentre in una fascia "B" esterna (di ulteriori 440 metri) la navigazione è regolamentata e molto limitata. Le autorizzazioni verrebbero concesse direttamente dall'organo gestore della Riserva, cioè il Comune, imponendo una ridotta velocità e una navigazione perpendicolare alla costa, per ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente. «Si ritiene che questi provvedimenti possano avvantaggiare chi pratica il nuoto e la canoa nella fascia "B" – sottolineano le associazioni - in quanto avranno a disposizione uno specchio d'acqua con un traffico ridotto di mezzi a motore, obbligati a basse velocità». Le associazioni rammentano che «è già in vigore un'ordinanza del 2014 della Capitaneria che sancisce lo stesso divieto di accesso per una fascia di 30 metri dalla linea della costa», dunque «estenderlo di ulteriori 30 metri non rappresenta un cambiamento radicale per canoisti e nuotatori, specie se il fine ultimo è la conservazione della natura e favorire l'insediamento di nuove specie di uccelli nidificanti». E ricordano che l'obiettivo del provvedimento è preciso e motivato: «la tutela di un habitat unico in regione e raro sulla sponda italiana dell'Adriatico». Quanto agli animali, «la zona delle Falesie rappresenta un ecosistema in cui, oltre a specie di risaputo pregio quali il falco pellegrino e il passero solitario, ci sono le condizioni ecologiche adatte alla nidificazione di ulteriori specie tutelate da apposite norme Ue, quali il marangone dal ciuffo (in Italia nidifica solo in Sardegna), l'edredone (presente solo alla Cona) e la valpoca».

«Per questi anche la "sola" presenza di persone a bordo di mezzi ecocompatibili è fonte d’inequivocabile, sebbene involontario, disturbo, che spesso provoca l'abbandono dei nidi. Pur comprendendo parzialmente le ragioni della protesta, riteniamo che il provvedimento possa portare ulteriori benefici a un'area unica. Benefici anche di natura economica: il turismo naturalistico, infatti, negli ultimi anni è in crescita costante».

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