I vigili salvano l’alabarda solo sui bottoni

Una delibera contiene gli effetti della nascita della polizia “supercomunale” con l’aquila della Regione
Di Fabio Dorigo

I “tubi” dell’Uti (Unione territoriale intercomunale) giuliana, sotto la quale finirà dal 2016 la municipale di Trieste, avranno l’aquila come simbolo (il logo della Regione). La vecchia alabarda è stata rottamata, ma non del tutto. Una delibera del Comune, datata 14 settembre, ha messo in salvo alcune tracce del simbolo di Trieste. L’alabarda sarà presente sulle divise sotto forma di bottoni e placche di riconoscimento. Questo l’oggetto della delibera presentato su proposta del vicesindaco e assessore alla polizia urbana Fabiana Martini: «Individuazione elementi identificativi da apporre sulle divise degli operatori di polizia locale».

Alla fine si è trovato un “onorevole” compromesso. «La giunta comunale - si legge - delibera di individuare nella placca di riconoscimento attualmente in uso e nei bottoni dorati con in rilievo l’alabarda di San Sergio gli elementi identificativi da apporre sulle divise degli operatori di polizia locale che, nel rispetto dei criteri di uniformità previsti dal Regolamento, affermano le peculiarità storiche e culturali del corpo della polizia locale di Trieste». Tutto questo affinché il «corpo della polizia locale di Trieste, cui ricorre il 153.mo della costituzione, e decorato di medaglia d’oro al merito civile, possa continuare a mantenere sulle divise alcuni elementi identificativi propri che da sempre hanno contraddistinto la figura del vigili urbano prima e del poliziotto locale oggi (“tubi” sempre)». La cosa divervente è che con il passaggio all’Uti l’alabarda diventerà l’elemento identificativo anche per Muggia, Duino, Sognico, San Dorligo e Monrupino. Tutti alabardati. Nella delibera non viene precisato il costo della presenza dell’alabarda sulle divise dei vigili. «Il presente provvedimento comporta riflessi diretti e indiretti sulla situazione economico finanziaria dell’ente o sul patrimonio dell’Ente di cui non è possibile la quantificazione», si legge nel parere di regolarità tecnica che accompagna la delibera. Il passaggio dall’alabarda all’aquila, previsto per questo autunno, costerà alle casse comunali poco meno di 50mila euro, per l'esattezza 49.800. Si tratta di sostituire i capi di vestiario logori di 31 ufficiali, 135 sottufficiali e 66 agenti. Per ora. In tempi di spending review anche le polizie locali infatti si sono adeguate. Le sostituzioni di vestiario ed equipaggiamenti avvengono non più “a tempo” ma solo “ad usura”. I cambi per la polizia triestina riguardano “drop” (le uniformi composte da giacca, camicia con cravatta e pantaloni, di solito usate d'inverno), uniformi “operative” (una sorta di “mimetica” blu) sia estive che invernali ma anche “buffetteria”. Si tratta, in questo ultimo caso, di cinturoni, fondine e altre attrezzature per potere indossare manganello, manette, eventuale radio e altro equipaggiamento. Il riassortimento vedrà coinvolto anche il personale di custodia e vigilanza dell’autoparco che si trova in viale Miramare. A questo punto saranno anche da cambiare i bottoni. Esclusivamente dorati con in rilievo l’alabarda di San Sergio.

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