Il campione di basket diventato diplomatico

L’ex stella della Scavolini Ki„anovi„ è la “voce” della Serbia
Di Lilli Goriup

di LILLI GORIUP

È il 1772. Giacomo Casanova arriva a Trieste come diplomatico in incognito: è una spia della Repubblica di Venezia, negli artigli dell’aquila asburgica. Nei rapporti che redige per la Serenissima menziona di frequente gli “illirici”: si tratta della nascente comunità serbo-ortodossa, che da qualche decennio ha iniziato a insediarsi nel porto dell’Impero. La presenza serba nella città litoranea quest’anno ha celebrato il suo 260esimo anniversario e due sono oggi i suoi cuori pulsanti: il tempio di san Spiridione a Ponterosso e l’elegante palazzo del consolato generale, in strada del Friuli. Uno dei primi consoli del regno di Serbia di cui abbiamo notizia, come scrive il professor Aldo Colleoni dell’Università di Trieste nella sua monumentale opera “Il ruolo geopolitico dei consoli a Trieste”, è un certo Davitho, nel 1889. L’attività diplomatica s’interrompe al detonare della Grande guerra per poi essere ripresa, nel 1918, dal neonato Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. In quegli anni, nella storica sede di piazza Venezia, opera tra gli altri lo scrittore Ivo Andric, come viceconsole del regno.

Un nuovo stallo dell’attività consolare è imposto dalla Seconda guerra mondiale, finché nel 1947 apre i battenti la delegazione economica, in seguito elevata al rango di consolato, di una nuova formazione statale jugoslava: la Repubblica federale socialista. La morte di Tito, nel 1980, è il presagio della dissoluzione della Jugoslavia, che negli anni Novanta avrebbe spinto vere e proprie folle ad ammassarsi davanti ai cancelli del consolato triestino. Conclusasi la dolorosa transizione verso l’indipendenza delle repubbliche balcaniche, oggi la sede di strada del Friuli rappresenta la sola Repubblica di Serbia, nella figura del console generale Dragan Ki„anovi„. Il console è un ex cestista dal curriculum internazionale che va dal Partizan Belgrado alla Scavolini Pesaro: uno sportivo di fama riconvertito alla carriera diplomatica.

Inevitabilmente anche la storia della rappresentanza croata si sovrappone a quella del consolato di Jugoslavia. Ma con delle peculiarità: durante la Seconda guerra mondiale vi è a Trieste un consolato di Croazia filo-Asse. La bandiera a scacchi sventola di nuovo sul Carso dopo l’indipendenza di Zagabria da Belgrado, nel 1991. Da quel momento fra Croazia e Italia si inizia a tessere una rete di contatti, che porta all’apertura di un nuovo consolato generale, nel 1995, dapprima in via Timeus e poi nell’attuale sede di piazza Goldoni 9. Dal 2015 il console generale di Croazia è una donna, Nevenka Grdini„, che in precedenza ha già ricoperto incarichi a Trieste; console reggente è invece la sua collega Nataša Degiuli Kos.

Spostandosi nei Balcani occidentali, s’incontra il consolato generale di Romania. La diplomazia rumena, a dire il vero, non sceglie Trieste per il suo primo affacciarsi sull’Alto Adriatico, ma Fiume, dove apre un consolato nel 1884. All’epoca gli scambi economici con Trieste sono tuttavia già consolidati: le Generali inaugurano una sede nella capitale, Bucarest, a fine Ottocento. Il regno ricambia, stabilendo a sua volta una rappresentanza nella città giuliana. In quel periodo è console di Romania a Trieste Nicolò Sevastopulo, fondatore con Ettore Modiano ed Edmondo Richetti della fabbrica di automobili Alba. La rappresentanza è chiusa dalle forze anglo-americane nel 1945, per riprendere il suo operato solo nel 1997, stavolta in Veneto. Nel 2009 riapre infine anche a Trieste, in via Udine, un frequentatissimo consolato generale di Romania. Se il consolato triestino svolge soprattutto un ruolo notarile, di servizi ai cittadini, quello di Asolo cura invece gli aspetti finanziari dei rapporti con l’Italia: le due rappresentanze cooperano, come due facce della stessa medaglia, sullo stesso territorio di competenza, il Nord-est. A Trieste c’è Cosmin Dumitrescu, classe 1975, console generale dal 2012, che ha ricoperto diversi incarichi diplomatici prima di approdare qui. Gli interessi economici rumeni nel Triveneto sono invece tutelati dal fondatore della Geox, Mario Moretti Polegato, console onorario ad Asolo.

Se i consoli onorari sono cittadini illustri che prestano una forma di volontariato, i consoli generali sono veri e propri funzionari governativi, alle dipendenze del Ministero degli esteri del paese che rappresentano. Al cronista è reso impossibile avvicinare questi ultimi: abbiamo atteso delle occasioni pubbliche per incontrare due di loro, ma non hanno rilasciato dichiarazioni. Così impongono i doveri dell’alta diplomazia.

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