Il cantierino arrestato si sentiva al sicuro

di Stefano Bizzi
Un cittadino come tanti che non aveva mai dato nell’occhio e che, soprattutto, non aveva mai creato problemi alle forze dell’ordine isontine. Un uomo single e, apparentemente, non in fuga visto che su un noto portale di incontri sul web si era registrato con il proprio nome e cognome alla ricerca di un incontro romantico. È questo il ritratto di Marcello Solazzo, il 28enne brindisino residente a Ronchi dei Legionari arrestato dalla squadra Mobile della questura di Gorizia in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal procuratore della Repubblica di Lecce. Considerato un presunto affiliato del gruppo della Sacra Corona Unita Nisi-Brigante, Solazzo è in ogni caso ritenuto un personaggio secondario all’interno della maxi-operazione “Cinemastore” che ha portato all’arresto di 49 persone (8 delle quali ai domiciliari). Nelle 211 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare è indicato come un intermediario nel traffico di cocaina tra Gianluca Saponaro e i fratelli Giuseppe e Roberto Nisi, due dei tre personaggi chiave dell’inchiesta. Saponaro era stato ucciso nell’estate del 2010 in un agguato a Cellino San Marco dopo essere finito sotto processo perché ritenuto vicino a Salvatore Caramuscio.
L’operazione tesa a far luce su una organizzazione capace di abbracciare i settori tradizionali della Sacra Corona Unita (droga, bische e sostegno degli affiliati in carcere), ma anche di mediare con i clan per problemi di sconfinamento, ha richiesto tre anni di indagini da parte del pubblico ministero salentino Guglielmo Cataldi. Nelle intercettazioni, Solazzo veniva chiamato con il proprio nome di battesimo, spesso seguito dal nome del paese d’origine (San Pietro Vernotico) e utilizzava una scheda intestata alla sorella. I fatti dell’inchiesta risalgono al periodo 2009-2010. Non è quindi escluso che trasferendosi al nord, il ventottenne della provincia di Brindisi abbia tentato di uscire dal giro e di ricostruirsi una vita da zero. Da qui la leggerezza di registrarsi sul web con il proprio nome. Nel 2010, in ogni caso, era stato fermato dai carabinieri nel corso di un blitz dalla Direzione distrettuale anti-mafia dell’Aquila, titolare dell’inchiesta partita dalla Procura di Chieti. L’operazione aveva fatto spalancare le porte del carcere per tre persone. A Solazzo e a una quinta persone erano stati invece concessi gli arresti domiciliari. Oggi, le cose sono andate diversamente, il giovane si trova in carcere a Gorizia in attesa che il magistrato salentino disponga un eventuale suo trasferimento in Puglia.
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