Il Carnevale e quel “tacabanda” per il direttore della Banda civica

Piero e il Carnevale, un binomio inscindibile, e non solo per il celeberrimo “Piero, taca banda!”, coniato nel 1965 da Sior Anzoleto, alias Orlando Manfrini, un’espressione diventata poi un soprannome che accompagnò il maestro per tutta la vita e che tuttora si sente risuonare in città, tramandata di generazione in generazione incastonata nel dialetto bisiaco. Il suo ruolo, quello di direttore della banda civica Città di Monfalcone, lo aveva portato a essere attore protagonista del Carnevale Monfalconese, per il quale nutriva amore profondo, ben consapevole dell’importanza della ricorrenza per ogni monfalconese che si rispetti, per l’effetto benefico sull’umore e sul morale della cittadinanza ma anche perché il Carnevale aveva e ha la capacità di risvegliare nel singolo, anche fosse per un solo giorno, le doti artistiche di ognuno, perché anche scegliersi una maschera, partecipare a una sfilata o a un gruppo in costume, può essere considerato arte.
E Piero Poclen, artista a tutto tondo, innamorato della vita, lo sapeva benissimo. Lo ha raccontato in questi giorni al nostro giornale la figlia Marta, scelta da Sior Anzoleto come sposa. «Mio papà amava molto il Carnevale», raccontava Marta, e allora ecco che se c’è un dispiacere in questa coincidenza, la sesta figlia del maestro quale protagonista dell’evento solo pochi giorni prima dell’inaugurazione della mostra dedicata al papà, è la rassegnata cancellazione della manifestazione come necessaria conseguenza dell’emergenza contingente. È però forse proprio in questo passaggio storico nel quale vengono giocoforza limitate le occasioni di aggregazione che si sente ancora più forte la nostalgia di una persona come Piero Poclen che ha fatto della capacità e della volontà di coinvolgimento parte integrante del suo approccio alla vita. —
M.N.
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