Il caso dei “nameless” triestini all’Onu

Al forum sulle minoranze di Ginevra sollevata la questione dei cognomi italianizzati

A Ginevra è in corso il forum annuale delle Nazioni Unite sui diritti delle minoranze nell’ambito dell’Unpo (l’Organizzazione delle nazioni e dei popoli non rappresentati). Al forum, come l’anno scorso, partecipa anche Trieste Ngo, l’organizzazione non governativa che rappresenta le rivendicazioni del Territorio libero di Trieste.

La delegazione triestina, formata da Marco Pizzi e Alessandro Gombac, ha sollevato la questione dei “nameless”, ovvero coloro che hanno subito l’italianizzazione del cognome durante il fascimo. «Il mio cognome è Spitz - ha spiegato al forum dell’Unpo Marco Pizzi -. A me non è concesso dallo Stato italiano l’uso del mio cognome. Mi obbligano a farmi chiamare Pizzi. Come me, nel solo Territorio di Trieste, più di cinquantamila persone sono obbligate dallo Stato italiano a usare un cognome falso e imposto con la forza. L’Italia ha chiamato questa operazione “Restituzione in forma italiana dei cognomi”. Noi cittadini di Trieste siamo stati ridotti ad essere “nameless”, persone senza un nome, come frutto della pulizia etnica che lo Stato italiano ancora oggi esercita sul nostro popolo». I nameless sono a tutti gli effetti una minoranza non riconosciuta. Ecco perche Triest Ngo ha ottenuto l’accreditamento al forum di quest’anno. Successivamente, invece, per la delegazione c’è stato l’incontro con il funzionario Onu Pol Planas sulla questione della cittadinanza del Tlt. (fa.do.)

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