Il caso Rasman approda alle “Iene”

È approdato in televisione, a livello nazionale, il caso di Riccardo Rasman, il giovane triestino deceduto il 27 ottobre 2006 per arresto cardiocircolatorio durante un intervento della Polizia di Stato.
A ripercorrere ancora una volta la disgrazia la trasmissione “Le Iene” di Italia Uno, durante la puntata di mercoledì scorso, ricostruendo la vicenda con testimonianze della famiglia e dell'avvocato Claudio De Filippi. Il giornalista Mauro Casciari ha ripercorso tutta la vicenda partendo dalle prime telefonate giunte alla sala operativa del “113” nelle quali i vicini di casa comunicano allarmati che nello stabile di via Grego 38 Riccardo Rasman sta lanciando grossi petardi dalla finestra del suo alloggio e ascolta musica ad alto volume. Secondo la ricostruzione, all'arrivo della prima Volante il Rasman si rifiuta di aprire la porta e minaccia di uccidere anche i poliziotti chiamati dal vicinato. Sono allertati anche i pompieri per abbattere la porta dell'alloggio. Prima di continuare il racconto il giornalista precisa che ci sono alcuni elementi essenziali da sapere, come il fatto che Rasman non sta più gettando petardi dalla finestra e che la musica è spenta. Inoltre Riccardo soffre di schizofrenia paranoide, manifestatasi dopo gravi episodi di nonnismo subìti durante il servizio militare, con repulsione verso le divise. È in cura al Centro di salute mentale di Domio; un motivo in più, secondo Casciari, per attendere anche l'arrivo del “118” prima d’intervenire. Gli agenti riescono a entrare nell'appartamento e alla fine Rasman viene immobilizzato, con mani e piedi legati dietro la schiena, in posizione prona, che ne determina la morte per soffocamento. Dopo la messa in onda del servizio delle “Iene”, arriva una nota del Sindacato autonomi di polizia (Adp). «Il servizio giornalistico delle “Iene“ - afferma Tommaso Viterbo, segretario provinciale Adp - non ha evidenziato il dramma della famiglia. Ogni intervento è diverso dall'altro e non esiste un protocollo d'intervento prestabilito come può avvenire con il Servizio 118. Poi nel caso Rasman la sfortuna ha giocato un grosso ruolo. Il nostro messaggio è chiaro: la Polizia non è giunta sul posto con l'intento di uccidere. Non bisogna gettare benzina sul fuoco: la Polizia è al servizio del cittadino, non contro di esso».
Andrea Di Matteo
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