Il cimitero austroungarico fu rimosso contro la legge: 179 caduti attendono giustizia

«Com’è stato possibile distruggere un cimitero di guerra tutelato dalla Convenzione di Ginevra? L’amministrazione comunale si attivi per ridare dignità e memoria a quei 179 militari dell’esercito austro-ungarico, ricordandoli almeno con il proprio nome».
Lo chiede il consigliere comunale di opposizione, Mareno Settimo, con un’interrogazione inviata per conoscenza anche al prefetto di Udine, al ministro della Difesa e all’ambasciatore austriaco a Roma, nella quale chiede all’amministrazione comunale informazioni per capire come sia stato possibile un simile atto.
Nel 1917, negli ospedali da campo di Torre di Zuino, morirono circa 250 militari dell’esercito austro-ungarico, che furono poi sepolti, singolarmente, a fianco della vecchia chiesa del cimitero. Il Comune di San Giorgio di Nogaro, di cui Torre di Zuino era allora frazione, si occupò della manutenzione del cimitero fino all’istituzione del Comune di Torviscosa, nel 1940. I primi documenti relativi al cimitero risalgono al 1942, quando Onorcaduti chiese informazioni al Podestà sullo stato di manutenzione del cimitero. Alcuni anni dopo, il 28 ottobre 1948, il sindaco chiese al ministero della Difesa di poter rimuovere le «250 tombe dei militari austro-ungarici per fare spazio ai civili locali». La risposta del ministero fu lapidaria: in ottemperanza alla Convenzione di Ginevra, «la rimozione delle salme non deve iniziare senza l’autorizzazione di questo Commissariato. Si potrebbe esaminare la rimozione delle salme ... solo nel caso queste venissero collocate, separatamente, in appositi loculi, così che i resti conservino l’identità di ciascuno dei caduti».
Come spiega Settimo, «la Convenzione di Ginevra è ancora in vigore, ma il 3 giugno 1977 il consiglio comunale di Torviscosa ha deliberato (all’unanimità) di approvare un nuovo piano regolatore dei cimiteri comunali che prevede la distruzione del cimitero di guerra austro-ungarico, per far posto alla sepoltura dei civili locali. I resti dei militari vennnero quindi tumulati, «senza distinzione – racconta –, accanto alla chiesa dove è stato eretto un piccolo monumento».
I cippi delle tombe vengono distrutti e le targhe metalliche gettate in un angolo del cimitero. Molti anni dopo, un operaio comunale ritrova alcune decine di queste targhe, informando il tecnico comunale, che provvede a pulirle e conservarle. Nel 2013 vengono collocate nella sala del consiglio, luogo indicato dalla Soprintendenza. Durante i recenti lavori di arredo della sala, le targhe spariscono di nuovo, per riapparire, «in modo piuttosto curioso», solo dopo una formale richiesta di informazioni del consigliere Settimo, nella torre del municipio. —
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