Il Codice Atlantico entra a Casa Maccari

Il Comune di Gradisca ha acquistato da De Agostini i diritti di riproduzione delle tavole vinciane che citano la Fortezza

GRADISCA. Ci saranno anche due riproduzioni del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci nel nuovo museo civico 2.0 che l’amministrazione comunale di Gradisca conta di inaugurare in un futuro ormai prossimo all’ex palazzo della Fondazione Maccari.

La riproduzione riguarda due fogli, quelli nei quali il genio rinascimentale cita esplicitamente - con tanto di disegno - la cittadina di Gradisca d’Isonzo e i suoi progetti per migliorarne le fortificazioni. Il Comune ha acquisito tali diritti di riproduzione dalla De Agostini Editore spa, rappresentante esclusivo per la valorizzazione e la gestione dei diritti di riproduzione del patrimonio iconografico della Biblioteca Ambrosiana di Milano, ove l’originale Codice Atlantico è conservato. La spesa per la prestigiosa operazione si attesta sulla cifra di 1.708 euro.

L’acquisizione delle riproduzioni del Codice rientra nel più ampio progetto di riorganizzazione e ammodernamento del museo documentario della Fortezza che, dall’attuale sede di via Bergamas, si trasferirà alla Casa della Cultura in fase di ultimazione all’ex Maccari di via della Campagnola. Il servizio di cura dei contenuti storici, scientifici e iconografici del rinnovato Museo Documentario della Città, comprensivo, fra le altre incombenze, dell’individuazione dettagliata del materiale iconografico (mappe, disegni, documenti d’archivio, opere d’arte, fotografie d’epoca) destinato ai pannelli dell’allestimento del nuovo Museo e ai prodotti cartacei/multimediali è stato affidato alla storica ed archivista Lucia Pillon.

Nel 1500, scaduta la tregua con i Turchi, Venezia ricorse al consiglio di Leonardo Da Vinci per completare la parte più problematica della cinta muraria, quella attigua al corso del fiume. A riprova di questo illustre intervento il disegno della fortezza di Gradisca si trova come detto nel Codice Atlantico. Nello stesso Codice si trova anche una nuova soluzione di difesa progettata da Leonardo, consistente nella costruzione di una diga mobile per allagare la piana e arrestare così ogni tentativo di invasione. Non venne mai realizzata. Leonardo giunse infatti alla conclusione che era molto difficile creare ripari sull’lsonnzo «che alfine non sieno ruinati e disfatti dalle inondazioni» e propose, pertanto, la costruzione di una diga mobile – peraltro troppo complessa e costosa per l’epoca. Non sarà questa l’unica novità hi-tech del nascituro polo Culturale di Casa Maccari. Il concept generale del nuovo Museo ha fatto emergere la necessità di procedere ad una omogeneizzazione grafica delle numerose planimetrie del territorio e mappe cittadine individuate dalla curatrice scientifica, al fine di permettere attraverso un lavoro di ridisegnatura con strumenti CAD e restituzione in formato digitale/vettoriale di questo materiale, utile a illustrare i diversi passaggi storici, domìni, invasioni, sviluppi della città, e assicurare un carattere unitario all’allestimento delle sezioni del futuro Museo. Della digitalizzazione dei documenti presenti nell’attuale Documentario civico si occupa lo Studio mod.Land degli Architetti Associati Ramon Pascolat e Moira Morsut di Gorizia, per una cifra di 3.275 euro. Un progetto storico-scientifico - già acquisito dall’amministrazione comunale - prevede l’articolazione generale del percorso espositivo e dei contenuti dettagliati delle “sezioni” del museo, con il quale si intende narrare, pur sinteticamente, la storia di Gradisca dalle origini al ’900 (incluso).

L’obiettivo dunque è fare dell’ex Maccari uno spazio moderno e funzionale nel quale troveranno sede la nuova biblioteca civica, il museo storico cittadino, l’archivio comunale e, verosimilmente, anche la nuova sede del Centro di ricerca storica e sociale “Gasparini”. Il tutto distribuito su quattro piani e adeguato alle più moderne esigenze tecnologiche. In particolare il fiore all’occhiello della nuova Maccari sarà la biblioteca, che traslocherà da via Bergamas liberando uno spazio importante e strategico, ma ormai insufficiente per il ricco patrimonio librario – oltre 30 mila volumi – stipato in appena 175 metri quadrati.

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