Il Comitato contro l’elettrodotto si appella a Mattarella

PALMANOVA. Si appella al presidente della Repubblica il Comitato civico di Jalmicco, da sempre contrario all’elettrodotto aereo Udine Ovest-Redipuglia. E così, dopo la recente emanazione del decreto...
Di Monica Del Mondo
epa05782998 Italian president Sergio Mattarella delivers his speech during the 11th COTEC Annual Summit at El Pardo palace in Madrid, Spain, 10 February 2017. The Cotec Foundation will bring to the meeting the first report that addresses the situation of the circular economy in Spain, prepared by a group of experts from the indicators now available. EPA/MARISCAL
epa05782998 Italian president Sergio Mattarella delivers his speech during the 11th COTEC Annual Summit at El Pardo palace in Madrid, Spain, 10 February 2017. The Cotec Foundation will bring to the meeting the first report that addresses the situation of the circular economy in Spain, prepared by a group of experts from the indicators now available. EPA/MARISCAL

PALMANOVA. Si appella al presidente della Repubblica il Comitato civico di Jalmicco, da sempre contrario all’elettrodotto aereo Udine Ovest-Redipuglia. E così, dopo la recente emanazione del decreto autorizzativo del Ministero dello Sviluppo Economico e l’annuncio di Terna che i lavori riprenderanno il 22 marzo, ha deciso di rivolgersi direttamente a Mattarella.

La lettera è inviata per conoscenza anche al presidente del Consiglio, ai senatori e parlamentari eletti in Regione, alla giunta e ai capigruppo regionali. Nella lettera si parla dell’infrastruttura come «un esempio eclatante di cosa voglia dire governare a dispetto dei cittadini, della loro storia, nell’indifferenza verso principi basilari della difesa del territorio».

Si chiede come «sia possibile che, a fronte di due sentenze negative da parte dei massimi organi giudiziari, sia il potere centrale che la giunta regionale continuino a sostenere le ragioni di questa opera, nella sua modalità aerea invece dell’interrata».

Si parla di umiliazione, senso di frustrazione, di istituzioni lontane dai cittadini, si richiama don Placereani che aveva messo in guardia dai «falsi profeti di friulanità». «Il “sotanesim” in Friuli ha ora il suo monumento: l’elettrodotto», dichiarano nella lettera gli otto firmatari del Comitato (Giovanni De Biasio, Fernando Venturini, Rosario Di Maggio, Diego Sclauzero, Luca Paviotti, Giorgio Battistutta, Alessio Minigutti, Andrea Cecotti, Ettore Pisani e Stefano Virgolini).

Di qui l’appello al presidente «perchè scongiuri il pericolo di riavvio dei lavori, sospesi in un primo momento per la sentenza avversa del Consiglio di Stato, e ora in procinto di ripartire, pur in presenza del ricorso al Tar del Lazio inoltrato da sette sindaci».

L’appello è motivato dal fatto di evitare che il completamento dell’opera renda inutile il ricorso. Nella missiva si ricorda inoltre che lo stesso Ministero dei Beni e delle attività culturali ha evidenziato quanto l’elettrodotto incida in modo drammatico sull’ambiente naturale.

«Signor presidente - chiude la lettera -, solo lei, nella sua altissima funzione di garante, ci appare oramai in grado di intervenire, perché i sentimenti del popolo friulano non siano calpestati, perché il nostro territorio dalla bellezza millenaria non sia sfregiato, perché la nostra fiducia nella giustizia e nelle istituzioni italiane non sia irrimediabilmente tradita».

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