Il Consiglio comunale: «Si eliminino i doppioni»

Nel documento approvato da centrodestra e M5S la richiesta di non alimentare «guerre fra poveri». Gorizia conferma la bocciatura del Piano attuativo locale

Basta battaglie fra poveri. Si eliminino i doppioni che, in sanità, ci sono.

È uno dei messaggi forti lanciati dal Consiglio comunale nell’ormai famoso ordine del giorno approvato da centrodestra e Movimento cinque stelle in quella che è stata definita un’inedita alleanza e ha sollevato critiche pesanti da parte del centrosinistra.

«Si continua con insistenza a parlare di razionalizzazione dei servizi sanitari isontini, e ora anche della Bassa Friulana, alimentando artatamente la solita guerra fra poveri, quando, in ambito regionale, non si intaccano i veri, costosi doppioni come, ad esempio, le due strutture di cardiochirurgia». Questo uno dei passaggi più significativi del documento che è stato inviato all’amministrazione regionale, specificatamente all’assessore Maria Sandra Telesca.

Nel contempo, ribadendo il “no” al Piano attuativo locale (Pal) 2017, viene reso merito anche alla professionalità del personale ospedaliero del San Giovanni di Dio. «Nonostante i ridimensionamenti di servizi e personale, l’ospedale di Gorizia e le strutture territoriali - si legge nella mozione - hanno mantenuto, grazie alla professionalità e abnegazione del personale, uno standard quali-quantitativo molto elevato con situazioni di vera e propria eccellenza. E tale straordinario patrimonio rappresenta il vero spirito del servizio sanitario pubblico, volto a garantire il diritto alla salute, all'assistenza e al trattamento umano dei cittadini e deve essere considerato un bene prezioso da salvaguardare, valorizzare, potenziare e aggiornare».

Poi, c’è un lungo elengo di desiderata. Si chiede di interrompere qualsiasi ulteriore programma di ridimensionamento dei servizi sanitari nel presidio ospedaliero di Gorizia e sul territorio cittadino; di modificare radicalmente la filosofia che, da troppo tempo, sta alla base di ogni Piano sanitario, sia in ambito regionale sia, ancor di più, in ambito locale, tutelando e promuovendo, anziché indebolendo, sia i servizi di base che le tante eccellenze presenti in ambito ospedaliero, considerandoli una ricchezza e non un peso, e trasformandoli in servizi di livello regionale, in modo tale che anche i servizi presenti nell’Isontino possano divenire un vero e proprio polo di attrazione; di superare «la miope visione regionale» della unidirezionale emigrazione delle partorienti all’ospedale di San Pietro per una reale e duratura integrazione sanitaria delle comunità italiana e slovena, impegnando l’Azienda sanitaria alla massima collaborazione con il GectGo per l’attuazione dei progetti transfrontalieri della gravidanza fisiologica e del suo auspicato naturale approdo nella Casa del Parto, alla massima condivisione del modello basagliano della salute mentale e alla realizzazione di una carta dei servizi transfrontalieri che consenta in condizioni di reciprocità un accesso agevolato ai rispettivi sistemi sanitari da parte di entrambe le comunità.

La richiesta del Consiglio comunale goriziano è anche quella di «mettere in atto una politica volta ad evidenziare le eccellenze presenti nell’ospedale goriziano, ponendo in essere tutte le azioni per trasformarle in eccellenze di livello regionale avviando, finalmente, una svolta culturale, politica e sociale delle strategie sulla sanità goriziana e isontina». Non meno importante un adeguato potenziamento del personale medico e infermieristico nel Pronto soccorso di Gorizia «volto a risolvere i gravi problemi di sovraffollamento che si verificano» e un pronto intervento «per risolvere la mancanza di comunicazione esistente tra il Sert e il Csm con il Pronto soccorso, che è causa di un notevole incremento dei pazienti richiedenti prestazioni».

(fra.fa.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo