Il Consiglio di Stato stoppa la farmacia in piazzale Cagni

Il Consiglio di Stato ha definitivamente stoppato l’apertura di una nuova farmacia in piazzale Cagni a Borgo San Sergio, prevista invece dal Comune in una delibera del 2012. Una vicenda che si è trascinata per anni e ha visto il suo epilogo lo scorso 18 gennaio con il pronunciamento da parte della Terza Sezione del Consiglio di Stato presieduta da Lanfranco Balucani, che annulla le delibere del Comune di Trieste e della Regione nella parte in cui viene rispettivamente istituita e messa a concorso la nuova attività di piazzale Cagni.
Prendendo atto di quanto disposto dalla recente sentenza, il Comune ha provveduto a ratificare quella vecchia delibera ridisegnando di conseguenza anche la pianta organica che indica le aree entro le quali sono dislocate le sedi delle attuali 61 farmacie cittadine, incluse quelle di recente apertura in piazza Foraggi e via San Marco. La numero 62, quella che avrebbe dovuto aprire a Borgo San Sergio, è stata così cancellata. «In particolare, -si legge nella sentenza - il Comune di Trieste, con le delibere impugnate, aveva istituito una delle nuove farmacie nella zona di piazzale Cagni - Borgo San Sergio, prevedendo espressamente, però, che tale zona fosse da ritenersi subordinata rispetto a quella della frazione di Santa Croce, sicuramente più indicata per l’ubicazione di una nuova farmacia». «Stante il fatto che il procedimento di istituzione della sede di Santa Croce non si era compiuto, - scrive ancora il Consiglio di Stato - in primo grado era stata dedotta l’inefficacia dell’istituzione da parte del Comune di Trieste della sede di piazzale Cagni e, conseguentemente, il vizio di violazione di legge e di eccesso di potere che viziava il provvedimento regionale con il quale era stata messa a concorso tale sede».
La sentenza del Consiglio di Stato arriva a cinque anni di distanza dall’avvio dell’iter giudiziario avviato dai titolari di alcune farmacie di Trieste, che metteva in discussione la delibera con cui il Municipio aveva stabilito le zone in cui collocare le nuove farmacie: Borgo San Sergio, piazza Foraggi e via San Marco. II Tar del Friuli Venezia Giulia nell'aprile del 2017 aveva pronunciato un’ordinanza sull’appello presentato dallo stesso gruppo di farmacisti, stabilendo che le nuove farmacie avevano pieno diritto di esistere e che il Comune non aveva sbagliato alcunché nel “mappare” spazi e fabbisogni. Ma ora il Consiglio di Stato mette la parola fine alla “querelle” delle farmacie mentre entro l’anno il Comune sarà nuovamente chiamato ad una revisione della pianta organica delle farmacie. Un obbligo che va espletato ogni due anni e serve a valutare se ci sia o meno la necessità di una nuova farmacia in qualche zona della città, tenendo conto di nuovi insedianti abitativi e mutate geografie cittadine.
«Ho già incontrato i referenti di Federfarma e tra aprile e maggio incontrerò gli altri rappresentanti della categoria - anticipa l'assessore comunale Lorenzo Giorgi - perché ritengo che un simile lavoro vada assolutamente condiviso e concertato con loro. Quello delle farmacie dev’essere inteso come un servizio pubblico e non commerciale e quindi una revisione degli ambiti va fatta con chi lavora sul territorio». «Ben venga il confronto, - osserva Marcello Milani, presidente dell'Ordine dei Farmacisti -. Gli aspetti da valutare sono molti anche in prospettiva di eventuali sviluppi della città».
Milani spiega che la legge prevede ci debba essere una farmacia ogni 3.300 abitanti. «Ma già in aree con almeno 1.651 abitanti - precisa il presidente - è possibile per un Comune stabilire una nuova sede farmaceutica, pur in assenza dell’obbligatorietà del passaggio». L’iter prevede poi che il Comune, dopo aver individuato un nuovo ambito, chiede alla Regione di indire un concorso per individuare chi disporrà della licenza mentre spetta poi a chi vince il concorso decidere il foro commerciale dove insediare la nuova attività, purché rientri nella zona indicata.
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