Il dibattito sulla nuova Provincia: «Gorizia deve essere il capoluogo»

Perazza (Pd) illustra una mozione che sarà discussa in aula: «No alla regione a sole tre punte»

Francesco Fain
Il palazzo dei tre portoni, già sede della Provincia di Gorizia Foto Bumbaca
Il palazzo dei tre portoni, già sede della Provincia di Gorizia Foto Bumbaca

Gorizia sia il capoluogo della “nuova” Provincia. A chiederlo Franco Perazza, figura di spicco del Pd locale e consigliere comunale. Il 23 ottobre scorso ha mosso il primo passo in Parlamento la proposta di legge che dovrebbe portare in tempi relativamente brevi alla reintroduzione degli enti intermedi. Due giorni dopo, il 25 ottobre, Perazza ha depositato in Comune una mozione in cui si chiede a sindaco e giunta comunale di impegnarsi affinché sia riconosciuta capoluogo di questo nuovo ente.

«Perché questa fretta? La mia preoccupazione è che in questo momento di grandissima attenzione per Go!2025, si sottovaluti la grande opportunità che si presenta per la città: tornare ad essere uno dei 4 capoluoghi di provincia della regione. Credo che il Consiglio comunale debba Esprimersi su questo tema strategico.

Ma non dovrebbe essere scontato questo “riconoscimento” a Gorizia? «Già nel 1923 la provincia di Gorizia venne soppressa perché era considerata un’area troppo slavizzata. Le condizioni storiche sono cambiate: tuttavia, la divisione del territorio regionale in tre Aziende sanitarie, oltre che dannosa per la gestione dei servizi sanitari, sembra richiamare quel modello di regione “a tre punte” di cui non molto tempo fa si era vagheggiato. Temo che il territorio dell’Asugi evochi quel sogno di città metropolitana che, di tanto in tanto, fa capolino nei pensieri di qualche forza politica. Qualcuno ha detto che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca».

Interessante capire se Perazza consideri la soppressione delle Province una cattiva scelta politica. Fautore fu proprio il... Pd. «Non guardo al passato, mi preoccupo di garantire un futuro migliore a Gorizia e, certamente, come capoluogo la città conterebbe di più. Oggi, la città è schiacciata tra poteri forti che le tolgono peso politico, conta poco in regione, anche se la nomina a Capitale europea della cultura ci sta dando molta visibilità, risorse, prestigio».

Meglio tornare indietro, allora? «No. Si tratta di impegnarci per dar vita ad un nuovo ente che allarghi l’orizzonte delle prospettive. Va ridato vigore alla democrazia partecipativa con la costituzione di un ente elettivo ma vanno ripensate le competenze e l’intera organizzazione delle funzioni che alleggerisca i compiti della Regione, sia di aiuto ai piccoli Comuni e operi un’efficace politica del territorio. Le dirò di più, non bisogna neppure avere paura di ridefinire i confini del nuovo ente che guardi coraggiosamente ad un’identità territoriale definita su quella dell’Arcidiocesi di Gorizia, con particolare riferimento ad alcuni Comuni della Bassa Friulana. È certo - aggiunge Perazza - che è un’operazione difficile: richiede impegno e autorevolezza in chi governa la città. Ma se pensiamo a tutti i benefici che ne deriverebbero per Gorizia, da consigliere goriziano, le rispondo che si deve fare. La Provincia di Gorizia avrebbe più popolazione, maggior peso politico nelle scelte strategiche regionali, più entrate fiscali. Potrebbe, poi, difendere i presidi fondamentali sempre in procinto di lasciare la città e sviluppare una moderna piattaforma logistica intermodale e un potenziale turistico/culturale di prim’ordine. Insomma, tutto il Goriziano ne trarrebbe vantaggio. Ma Gorizia capoluogo incentrerebbe su di sé il ruolo di “centro direzionale” di un’area che contiene tutto il Polo logistico della regione: autoporto, porto di Monfalcone e, perchè no, scalo di Cervignano. Gorizia capoluogo farebbe un salto di qualità e peserebbe di più in Fvg, equilibrando il peso delle altre tre aree».

Secondo il consigliere dem, Gorizia deve provarci. «Non ho interessi personali - precisa -, solo un grande amore per la città. Però, dobbiamo cambiar passo e esser svelti. Soffro quando assisto alle rassegnate movenze della pigra politica goriziana e temo che, passata la sbornia di Go!2025, sarà troppo tardi per far valere le ragioni di Gorizia. Bisogna fare presto, tutti insieme, altrimenti saranno altri che decideranno per noi». —

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