Il direttivo silura Steffè lui resta consigliere in aula

I provibiri provinciali lo espellono. Nel mirino le ramazzate e l’assenza all’apertura della sede Ma è il più votato e si tiene pure la tessera: «Critico soltanto con Tubetti, il resto son bugie»
Lasorte Trieste 18/03/16 - Vis a Vis, Presentazione Candidatura a Sindaco di Roberto Dipiazza, Fabio Scoccimarro
Lasorte Trieste 18/03/16 - Vis a Vis, Presentazione Candidatura a Sindaco di Roberto Dipiazza, Fabio Scoccimarro
Il direttivo provinciale di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale “silura” il consigliere Mauro Steffè, dopo il parere della commissione provinciale di garanzia che ha deliberato «l’esclusione dal partito», in sostanza per l’«aperta e dichiarata opposizione» al coordinamento. Ma il diretto interessato resta dov’è: «Tutte menzogne, io sono un iscritto di Fdi e lo rappresento in aula».


E a tutti gli effetti – o almeno fino a diversa comunicazione in Comune – le cose stanno proprio così dato che «da Statuto solo il collegio nazionale dei probiviri a Roma, l’unico organo giuridico deliberativo, in quanto i provinciali, mai andati a congresso, sono composti da nominati e risultano consultivi, può decretare se espellere o meno un consigliere». Lo spiega Fabio Scoccimarro, segretario regionale e tertium neutrale in questa vicenda che vede evidentemente due nette contrapposizioni all’interno dello stesso schieramento: una rappresentata dalla portavoce provinciale e componente dell’assemblea nazionale, Francesca Tubetti, assessore all’Istruzione della giunta Cisint su chiamata diretta del sindaco, e l’altra da Steffè, primo degli eletti (83 preferenze) sotto il simbolo che contiene la fiamma tricolore del Msi, dimostratasi capace di incassare 386 voti, cioè il 4,55% dei consensi alle ultime amministrative.


Intanto ieri, come un fulmine a ciel sereno per Steffè, in redazione è giunta la nota ufficiale, con tanto di logo del partito, siglata da Tubetti, portavoce provinciale Fdi. Dal testo si apprende, su input di quel direttivo, che il collegio dei probiviri isontino ha deciso «l’esclusione di Mauro Steffè dal partito, con conseguente perdita dello status di socio, dell’elettorato attivo e passivo». La decisione – si legge ancora – «fa seguito alla valutazione svolta in base alle norme statutarie dei comportamenti dello stesso», verso i quali la Commissione ha rilevato «una continuata e reiterata condotta lesiva, anche, e soprattutto a mezzo stampa, dell’immagine del movimento, in quanto in aperta e dichiarata opposizione nei confronti della sua attuale organizzazione provinciale». «La decisione – conclude la nota – è stata assunta dopo approfondito esame della documentazione agli atti e dopo aver sentito Mauro Steffè, che, pertanto, non fa più parte del movimento Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e a tale organizzazione non deve essere più ricondotto». Una posizione precisa e «ottenuta all’unanimità», confermata ieri in serata anche da Ciro De Simone Sorrentino, presidente del collegio probiviri. L’unica via, spiega, «resta ora l’appello a Roma».


Ma come anticipato il consigliere non retrocede di un millimetro: non solo resta in sella alla poltrona, ma si tiene stretta pure la tessera. «Tutte falsità – ribatte Steffè –, che mi faranno prendere provvedimenti: non ho alcun problema col partito, per il quale lavoro gratis e con piacere ogni giorno. Si tratta solo di malelingue. L’unica persona con cui ho problemi è Tubetti, l’ultima arrivata, messa lì non certo per i suoi voti. Su un’espulsione, poi, non decide il coordinamento provinciale, bensì l’organismo nazionale a Roma». «Io nell’88 – conclude – quando lei aveva 6 anni, ero già a Milano a far politica nel Msi. Tubetti si è intrufolata negli spazi monfalconesi, ma non c’entra un’acca».


Sul punto va aperta una parentesi. Che tra assessore e consigliere non scorra buon sangue è fatto risaputo nei salotti politici. Steffè, eletto, si ritiene nell’agire legittimato dai voti incassati e non riconosce le iniziative di Tubetti, giunta su chiamata e dunque nominata. Le prime scaramucce all’inaugurazione della sede in via Sant’Ambrogio, dove il consigliere si è rifiutato di metter piede, mentre l’assessore era in prima fila. C’è stata poi l’iniziativa delle “ramazze”, messa in piedi in autonomia da Steffè. Anche se esiste già Fare verde. Insomma, attriti neanche troppo sottotraccia che hanno lasciato il segno. Pur se Tubetti preferisce lasciar sfogare Steffè e non scendere in polemica diretta. «Non è una questione personale – afferma – e pertanto mi limito a dire questo: se ti trovi in un partito allora devi stare alle sue regole. So bene quali siano i suoi commenti su di me, ma se Steffè non riesce a condividere i temi che si portano avanti insieme allora questo sì è un problema». Ma l’eventuale perdita di un consigliere non è un guaio? «Buttandolo fuori posso anche mettere in gioco il mio assessorato – replica Tubetti –, se sarò brava e avrò la fiducia del sindaco resterò al mio posto, altrimenti tornerò a lavoro e famiglia, ma per me è prioritario ora anteporre il bene del partito». «L’ho detto a Steffè e così pure agli altri tesserati – termina –: prima di scrivere un comunicato avvisatemi. Si tratta di una questione di organizzazione e penso valga in qualsiasi campo, dal lavoro alla politica. Per il resto, auguro a Steffè salute e prosperità».


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